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Menghetti, quando uccise il marito, era «totalmente incapace di intendere e di volere»

Gli esperti del Tribunale concordano tutti. A questo punto la donna potrebbe essere assolta o il procedimento potrebbe non andare avanti

Menghetti, quando uccise il marito, era «totalmente incapace di intendere e di volere»
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Il risultato è concorde, quando il 26 gennaio Caryl Menghetti uccise il marito Diego Rota nella loro villetta di Martinengo, la donna, già in cura per problemi psichiatrici, «era totalmente incapace di intendere e di volere».

Ad affermare questo sono le consulenze e della perizia depositate venerdì 12 luglio dagli esperti delle parti e del Tribunale. Menghetti era stata subito arrestata dopo i fatti.

Assoluzione o non luogo a procedere

Come spiega L'Eco di Bergamo, sentite le relazioni degli esperti, il gip Riccardo Moreschi ha rimesso gli atti alla pm Laura Cocucci per tutte le valutazioni del caso. La sentenza a questo punto potrebbe essere di assoluzione o di non luogo a procedere per l'accertata incapacità di intendere e volere della donna al momento del fatto.

Misura di sicurezza?

Centrale sarà poi anche l'eventuale pericolosità sociale. Se i magistrati lo riscontreranno, allora potrebbe essere emessa una misura di sicurezza da applicare a Menghetti. La donna potrebbe pertanto uscire dal carcere, dove si trova al momento, per entrare in una Rems (Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza). Sempre nel caso in cui fosse riscontrata una pericolosità sociale, la stessa dovrà poi essere rivalutata nel tempo.

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