Un'indagine Doxa

Il menu preferito dai bambini (e le proprietà della cotoletta)

Il menu preferito dai bambini (e le proprietà della cotoletta)
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A ciascuno il suo menu. Specie se si tratta di bambini e adolescenti, fra i quali è facile lo sbuffo di poco apprezzamento se il profumo che arriva dalla cucina tradisce poi le aspettative e mette in tavola un piatto proprio KO per il loro gusto. Per non sbagliare e accontentare tutti, servite pasta al sugo e cotoletta di carne bianca. Anche più volte alla settimana, magari con qualche variante sul tema. A confermarlo, un’indagine Doxa condotta fra le mamme italiane alle prese con fornelli e capricci culinari della famiglia.

I cibi che piacciono ai bambini. Ci sono alcuni piatti a cui i bambini non sanno dire di no, anche se glieli si propina in tutte le salse. A guadagnarsi il primo posto nelle preferente è la pasta, poco importa se in bianco o al sugo, apprezzata soprattutto fino agli 11 anni ma non disdegnata neppure dagli adolescenti. Seguono poi l’italianissima pizza, che in realtà funge da piatto unico, e, con distacco, le lasagne e il risotto.

 

 

Per i secondi invece è un duro testa a testa tra il pollo arrosto, un evergreen, specie se accompagnato da gustose patatine al forno aromatizzate al rosmarino, e la cotoletta o orecchio di elefante che dir si voglia, la cui croccante impanatura ha conquistato tutti i bambini, anche quelli del sud, nonostante la milanesità del piatto. Chi vince fra i due? Di poco la spunta la cotoletta che è in assoluto la ricetta più amata sotto gli 11 anni, poi arriva il pollo arrosto, seguito da crocchette, polpette, bistecche di manzo, scaloppine e bocconcini di vitello al limone.

Vanno maluccio, invece, il pesce (al forno, alla griglia, lesso o fritto), ma anche la carne di maiale, le frittate o le uova in diverse preparazioni, i formaggi.

Come variare un po’ il gusto. Comunque, anche la pazienza delle papille ha un limite e così dall’oggi al domani, anche l’amata cotoletta alla fine potrebbe stancare i fanciulli. A meno che non vi sia una variante sul gusto. Basta poco per rendere diversamente accattivante la carne e accompagnarla con stratagemmi che consentono, peraltro, di far mangiare la tanto odiata verdura ai piccoli.

Ecco come: ad esempio preparando creme o vellutate che giocano sui colori visivamente attraenti del giallo-arancio di zucca e carote, del verde di spinaci, zucchine o pisellini, su cui adagiare la carne di pollo o vitello a cui si abbinano alla perfezione. Oppure si può alternare la cottura con una marinatura a base di succo di limone, curry, miele e olio, pronta in 5 minuti e un quarto d’ora di riposo, che rende la fettina morbidissima. È ad hoc anche la dadolata di pomodori o un letto di insalatina e frutta perché la carne assorbe i liquidi delle verdure, divenendo più profumata e saporita. O ancora è possibile immergere la carne nel latte che la rende un burro di morbidezza.

 

 

I trucchi anti-secchezza. Ce la si può mettere tutta, ma a volte capita che anche la mamma più provetta in cucina sforni una bistecchina e un pollo arrosto un po’ secco e stopposo che proprio non va giù al piccolo. C’è una soluzione anche per ovviare a questo problema: basta cuocere, specie il pollo, direttamente sulla griglia del forno, a metà e senza la teglia; oppure spennellarlo a metà cottura con dello sciroppo d’acero che rende la pelle quasi caramellata; ancora si può fare qualche incisione (ne bastano 2 o 3) all’interno del petto, inserendo delle erbette, per renderlo più gustoso.

Infine c’è un segreto anche nel condimento: il meglio lo si ottiene usando del sale aromatico (sono quelli già pronti e che hanno all’interno un trito di rosmarino, salvia, sale e pepe) oppure il classico rametto di rosmarino fresco, meglio se infilato tra la pelle e la carne, perché non bruci e renda la ‘ciccia’ più  profumata.

Le caratteristiche nutrizionali della carne bianca. Tante proteine, pochi grassi, un buon contenuto di vitamine e sali minerali, alta digeribilità: sono le caratteristiche nutrizionali della carne bianca, che la rendono così adatta a tutte le fasce di consumatori, anche ai bambini, con il valore aggiunto di essere economica, cosa che in tempi di crisi non guasta.

 

 

Quindi si cade in errore pensando che il bianco sia meno proteico, per i bambini, del rosso. Un esempio? Il contenuto delle proteine delle carni più sanguigne, come il manzo, è tra i 18-25 g%, che viene surclassato dalle carni bianche, quali petto di pollo e tacchino, che si collocano nella posizione più alta con valori del 23-24g% e del vitello con 20 g%, mentre i tagli più grassi di pollo (coscio e sovracoscio) si collocano intorno ai 18 g%.

Molti sono anche i vantaggi in termini calorici, perché le carni bianche sono sostanzialmente magre e con un basso valore energetico: 100 kcal per 100 grammi di petto di pollo, 104 kcal per la fesa di tacchino, 125 kcal per la coscia di pollo con pelle, 112 kcal per 100 grammi di carne di vitello. Quindi non c’è sostanziale differenza nutrizionale fra bianco e bianco e non resta che seguire i gusti dei bambini, ma facendo attenzione alla cottura (come la frittura o la brasatura ad esempio), che invece può rendere grassa la pietanza.

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