Una "patente" ora identificherà quelli veri

Messico, emergenza falsi preti

Messico, emergenza falsi preti
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Potrà sembrare assurdo, ma esistono persone che fingono di essere preti per poter celebrare matrimoni, battesimi o cerimonie di vario tipo con lo scopo di guadagnare denaro. È un problema tutt’altro che irrilevante per la Chiesa, specie in alcuni Paesi del mondo, su tutti il Messico, in cui si tratta di un fenomeno diffusissimo. Che, oltre a dar vita a celebrazioni del tutto illegali, mette a repentaglio il portafoglio di molti fedeli, ignari di sborsare anche parecchi soldi per poi ritrovarsi non realmente sposati o battezzati. Tanto che proprio in Messico la Chiesa ha deciso di distribuire una sorta di “patente” che certifichi che chi si ha davanti sia effettivamente un vero prete, e non un impostore.

 

 

Il caso del Messico. Nel Paese centroamericano, come detto, il proliferare di preti finti è un fenomeno ormai incontrollabile. Si tratta di individui che, con abiti clericali, si spacciano per sacerdoti veri e propri, offrendo servizi tipicamente ecclesiastici, come la celebrazione di matrimoni, cresime, battesimi in cambio della tradizionale offerta. Spesso i raggiri sono perpetrati da persone che hanno potuto acquisire, per vari motivi, una certa dimestichezza con le formule e le pratiche rituali della liturgia e della pastorale sacramentale, come ex seminaristi o ex sacrestani. I truffatori di solito cercano di piazzare le loro contraffazioni frequentando ospedali, cimiteri e cappelle isolate. «Non si sa quanti sono i falsi sacerdoti, perché sarebbe come chiedersi quanti ladri ci sono a Città del Messico», ha dichiarato Carlos Villa Roiz, vice direttore delle comunicazioni sociali dell'Arcidiocesi della capitale. Ma già nel 2011, il rettore della Basilica de Los Remedios a Naucalpan, padre Miguel Ángel Corona, aveva reso nota una lista di 32 persone che si spacciavano per sacerdoti e che erano coinvolti in un redditizio business di battesimi, nozze e funerali “a domicilio” in varie cittadine della regione.

 

 

Le caratteristiche dei falsi preti. Nello scorso aprile, il Sistema Informativo della Arcidiocesi del Messico (Siame) ha lanciato l’allerta su un ulteriore aumento del fenomeno, suggerendo anche alcuni criteri per riconoscere i falsi chierici e alcune misure preventive per evitare di essere ingannati. I truffatori in tonaca solitamente si presentano come persone simpatiche, persuasive e competenti. Offrono i propri servizi presentando biglietti da visita pieni di referenze, e mostrando piena disponibilità a venire incontro in ogni modo alle richieste e ai desideri delle potenziali vittime della truffa. Le persone più esposte ai raggiri sono quelle alle quali nella propria parrocchia è stato negato un servizio religioso, per l’esistenza di una qualche irregolarità o perché non esistevano i requisiti richiesti per la celebrazione di un sacramento. I falsi sacerdoti si mostrano subito disponibili a celebrare i sacramenti fuori dalle chiese, in spiaggia, nei giardini, nelle sale da ballo o in abitazioni private, anche quando ciò non è consentito dalle regole ecclesiastiche. Nel vademecum, si avvertiva inoltre che molti falsi sacerdoti sono persone che hanno studiato per diventare sacerdoti, ma che poi per varie ragioni sono usciti dal seminario. Tutti conoscono le parti e le formule delle celebrazioni sacramentali e liturgiche, tanto da riuscire a ingannare talvolta anche i sacerdoti autentici.

La “patente” del vero prete. Per far fronte a questo dilagante fenomeno, dunque, la Chiesa ha predisposto la consegna di una sorta di tessere di riconoscimento ai veri preti, così che ogni fedele abbia la possibilità di verificare di non aver di fronte un truffatore. Queste “patenti” saranno di quattro colori diversi in base al grado ecclesiastico, a seconda che si tratti di prete diocesano o religioso, e di diacono anch’egli a sua volta diocesano o religioso. Pare che conterranno informazioni riservate e chiavi di sicurezza, come fossero dei bancomat con annesso chip.

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