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Metalmeccanici, ancora attive il 25 per cento delle aziende bergamasche: «Troppe»

Metalmeccanici, ancora attive il 25 per cento delle aziende bergamasche: «Troppe»
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Sono già oltre 330 le richieste di cassa integrazione presentate da aziende che applicano il contratto nazionale dei metalmeccanici e che coinvolgono oltre 20 mila lavoratori.

Da un conteggio fatto da Fim Cisl Bergamo è ancora in attività il 25 per cento del totale delle imprese meccaniche. Tuttavia «non tutte certamente dedite a produzioni indispensabili – sottolinea Luca Nieri, segretario generale dei metalmeccanici del sindacato di via Carnovali -. Al primo posto deve esserci la salute delle persone, non gli interessi economici. Sappiamo di tante aziende che fanno la coda fuori dalla prefettura per chiedere deroghe pur di lavorare e altre che cambiano il codice Ateco (utilizzato per la classificazione delle attività economiche ndr) per rientrare nel ventaglio di quelle autorizzate alla produzione. Tutto questo è sconcertante e irresponsabile».

Le sigle sindacali sottolineano, visto il contesto di emergenza sanitaria in cui ci troviamo, come salvaguardare la salute voglia dire consentire al personale di lavorare in sicurezza, in ambienti sanificati e con dispositivi utili a prevenire contagi. «Di fronte ad aziende responsabili, che hanno fermato l’attività e avviato opere di sanificazione e riorganizzazione degli spazi, in molti altri luoghi le aspettative dei lavoratori sono state disattese dai comportamenti di alcuni industriali: assistiamo quotidianamente a situazioni spaventose, fatte di ambienti che non tengono assolutamente da conto le norme basilari sulla sicurezza e sulla limitazione del contagio – prosegue Nieri -. Oggi chiediamo risposte precise e fondamentali. Servono coerenza e rigidità da parte del Governo che ha già commesso troppi errori, come non volere istituire le zone rosse in provincia. Non possiamo perdere altro tempo, che alimenterebbe situazioni ancor più drammatiche. Noi, continueremo a lavorare quotidianamente per garantire il bene più prezioso dei nostri lavoratori».

Per richiamare l’attenzione dell’Esecutivo alla necessità di fermare tutte le attività produttive non indispensabili, nella giornata di ieri (mercoledì 25 marzo) i sindacati dei metalmeccanici di tutta la Lombardia, insieme ai colleghi dei tessili, chimici, grafici, somministrati e tanti altri ancora, avevano organizzato uno sciopero di 8 ore che ha avuto l’adesione della quasi la totalità dei lavoratori.

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