Violenza domestica

Minacce e botte alla moglie, chiusa in casa tutto il giorno: arrestato marocchino 37enne di Ghisalba

La donna, una connazionale 28enne, esasperata da anni di maltrattamenti ha chiesto in prestito un cellulare e chiamato i carabinieri

Minacce e botte alla moglie, chiusa in casa tutto il giorno: arrestato marocchino 37enne di Ghisalba
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Minacce, botte e chiusa in casa tutto il giorno, tranne che per andare a prendere i figli a scuola o poche altre commissioni. L'incubo di una 28enne marocchina di Ghisalba, che andava avanti dal 2013, è finito a maggio di quest'anno, quando si è fatta prestare il telefono da un'altra persona, una delle poche volte che era fuori dalla propria abitazione, ed ha chiamato i carabinieri.

Adesso si è arrivati all'arresto da parte dei militari di Martinengo di S. M., suo connazionale di 37 anni, posto ai domiciliari dopo che la vittima ed i figli se n'erano andati in un rifugio della Rete antiviolenza.

Minacce e botte

Le violenze ed i maltrattamenti erano iniziati dal giorno immediatamente successivo al matrimonio, combinato come da tradizione. Giornalieri erano gli atti di aggressione fisici e verbali, così come le minacce di morte, anche in presenza dei tre figli che, nel frattempo, la coppia aveva avuto. La paura della donna nei confronti del marito aera aumentata nell'ultimo periodo, perché aveva iniziato a fare uso di cocaina e aveva perso il lavoro, divenendo ancora più pericoloso di prima.

In costante agitazione, non dormiva nemmeno più la notte e impediva anche a lei di riposare, poiché temeva che l'aggredisse nel sonno oppure facesse del male ai figli, che però pare non avesse mai picchiato. A causa della perdita del lavoro, la casa in cui abitavano era stata messa all'asta e più volte erano rimasti senza luce e gas, inoltre le loro pratiche di rinnovo dei permessi di soggiorno non erano state curate. La signora, data la loro situazione economica precaria, non voleva avere altri figli dopo il primo, ma non aveva avuto molta scelta perché il marito non era d'accordo.

Niente cellulare e spesa

La 28enne addirittura non poteva all'inizio usare un cellulare e parlare con i famigliari rimasti nel Paese d'origine, poi l'uomo gliene aveva concesso uno, ma solo per controllare il registro elettronico dei bambini a scuola e per contattare i parenti della donna, a patto però che lo facesse in vivavoce in sua presenza. La vittima, inoltre, non poteva in alcun modo disporre di denaro, non aveva alcuna entrata economica e non le era consentito di fare la spesa, che veniva effettuata di norma una volta al mese dal 37enne.

Gravi violenze

C'era anche il capitolo delle violenze fisiche, di una gravità tale per cui una volta le aveva rotto un bicchiere in testa, in altri casi erano stati pugni, calci e schiaffi, con evidenti segni che puntualmente venivano nascosti sotto il velo. I maltrattamenti erano diventati ancora più feroci da quando il soggetto faceva uso di stupefacenti.

Una situazione diventata insostenibile, con la signora che appunto a maggio scorso, dopo aver subito l'ennesima aggressione domestica, uscita di casa per andare a prendere i figli a scuola si era fatta prestare il telefono da un passante e aveva chiamato i carabinieri. In caserma aveva raccontato tutto quello che era stata costretta a subire per undici anni e in seguito la Procura ha attivato il Codice rosso. Dopo la denuncia, la donna grazie alla Rete antiviolenza ha abbandonato la casa del marito con i bambini ed è andata a stare in una casa rifugio.

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