A quattro giorni dall'incidente

Mistero A321: ciò che non torna sull'aereo russo precipitato in Egitto

Mistero A321: ciò che non torna sull'aereo russo precipitato in Egitto
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A quattro giorni dal tragico incidente all’aereo russo caduto nel Sinai, il mistero domina ancora le indagini. Se sin dalle prime ore aveva preso corpo una certezza, quella dell’avaria, oggi gli inquirenti non sono più nemmeno sicuri di questa, e così le incognite si moltiplicano sul disastro dell’Airbus A321 della compagnia low cost russa Metrojet, che sabato avrebbe dovuto portare da Sharm el Sheik a San Pietroburgo 224 persone, tra passeggeri e personale di volo. Su cosa abbia provocato l’incidente le ipotesi si susseguono, ma i punti che non tornano sono ancora tanti.

 

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La caduta. Come si è verificata? I dati evidenziano una repentina perdita di quota, senza che però il pilota avesse il tempo di lanciare un allarme. Piuttosto, occorre soffermarsi sull’evento che avrebbe scatenato la perdita di quota e lo spezzamento del velivolo, avvenuto sicuramente in quota. A prova di ciò c’è un dato non da poco, ossia il largo raggio della superficie entro cui sono caduti i detriti: si parla di un’area fino a 30 km quadrati. Sull’esplosione, la compagnia aerea lunedì ha parlato chiaro e tondo di una “causa esterna meccanica”, ma alcuni rottami presentano chiare rientranze verso l’esterno, come se un’esplosione fosse avvenuta all’interno.

 

Egypt Russian Plane Crash

 

Il lampo di calore. È quanto ha rilevato un satellite americano, che osservava proprio l’area del Sinai in quel momento. Tuttavia il dato può dire tutto e niente: essendo una ripresa a grandissima distanza, è difficile capire se il lampo di calore si è sprigionato a causa di un’esplosione (quando l’Airbus era quindi in area) o a causa del suo impatto a terra. La Cnn, che ha dato la notizia, spiega che è importante capire quanti lampi di calore ha rilevato il satellite: se se ne vede solo uno, allora è abbastanza certo che si sia trattato di un’esplosione avvenuta in volo.

 

Egypt Russian Plane Crash

 

Ipotesi attentato, quale arma. Se nelle prime ore l’ipotesi di un attentato era stata accantonata, ora prende sempre più corpo. Già, ma con quale arma? L’aereo russo viaggiava a 12mila metri d’altezza, una quota che le componenti jihadiste che guerreggiano nel Sinai non hanno missili per raggiungere. Nonostante ciò, inquieta la raccomandazione fatta ai piloti di tenere gli aerei a quote alte nel sorvolare la zona: rivela che comunque alcune preoccupazioni di questo genere c’erano. Tuttavia, ha più corpo l’idea di un’esplosione interna, merito magari dell’azione di un kamikaze.

 

Egypt Russian Plane Crash

 

Le salme. Sono sparse per chilometri, come ovviamente si può immaginare potesse accadere in seguito ad un’esplosione avvenuta a 12mila metri d’altezza. Al momento, però, ne sono stati recuperati soltanto 161 di 224. Impressionante pensare come il corpo di una bambina di tre anni sia stato rinvenuto  a ben 8 chilometri dal luogo dell’impatto a terra dell’airbus.

 

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La scatola nera. È stata recuperata immediatamente, e sottoposta alle analisi del caso. E i giornali russi hanno scritto di «rumori atipici per un volo standard» provenienti dalla cabina appena prima della scomparsa del volo. Che tipo di rumore si sentirebbe? Perché si è rimasti così sul vago? La registrazione, inoltre, suggerisce che «ci sia stata un’improvvisa situazione di emergenza che ha preso di sorpresa l’equipaggio, senza che il pilota avesse il tempo di mandare un segnale di pericolo».

 

Mideast Egypt Russian Plane Crash

 

Errore dell’esercito. È una teoria un po’ esagerata, ma non del tutto esclusa. In quell’area opera l’esercito egiziano (che appunto si fronteggia coi militanti dello Stato Islamico) e c’è chi ipotizza che ad abbattere l’aereo sia stato un missile sparato per sbaglio. Un’incidente che richiamerebbe, a dimensioni ben più ampie, quanto accaduto a settembre, sempre in Egitto, quando quattro fuoristrada carichi di turisti sono stati colpiti dalle forze armate nel deserto, sicure che si trattassero di militanti jihadisti. Morirono 12 persone.

 

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La rivendicazione. Subito è stata resa pubblica: un gruppo terroristico affiliato allo Stato Islamico si è preso le responsabilità dell’accaduto, spiegando di essersi mossi per punire la Russia in seguito al suo intervento in Siria. Ma il messaggio è parso fin dall’inizio poco credibile, anche perché non si fa riferimento alcuno all’arma utilizzata. Non si esclude, chiaramente, che abbia agito un kamikaze tra i passeggeri. Ma perché non nominarlo nella rivendicazione?

 

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Le reazioni: occorre cautela anche nel valutare le reazioni di sponda russa ed egiziana. Al Cairo, inizialmente, avevano smentito la notizia dell’incidente, salvo poi fare marcia indietro. Ed è proprio da lì che si continua a predicare cautela in merito alle ipotesi di terrorismo: se si tratta davvero di un attentato sarebbe un colpo durissimo per il governo di Al Sisi. Che oggi, in un’intervista alla Bbc, ha voluto ribadire che l’area è sotto controllo, e che la rivendicazione dello Stato Islamico è pura propaganda. Dall’altra parte, invece, i russi spingono per l’azione criminale. A sostenere ciò, in primis, è la Metrojet stessa. Che, se tale ipotesi fosse vera, vedrebbe ovviamente rigettate le accuse di scarsa manutenzione al velivolo, circolate appena dopo l’incidente.

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