Monia Bortolotti a processo a gennaio 2025. I familiari non si costituiscono parte civile
La 28enne, trasferita due mesi fa alla Rems di Castiglione delle Stiviere, attribuisce le morti dei bambini a cause accidentali
Andrà a processo il 17 gennaio 2025 Monia Bortolotti, la giovane di Pedrengo arrestata a novembre 2023 e accusata di aver ucciso i suoi due bambini piccoli, Alice e Mattia.
L'accusa e il vizio di mente
La gup Raffaella Mascarino, come riportato dal Corriere Bergamo, ha infatti deciso stamattina (venerdì 29 novembre) per il rinvio a giudizio, dopo che due mesi fa l'arrestata è stata trasferita dal carcere di Bergamo alla Rems di Castiglione delle Stiviere. Ciò in virtù di un suo presunto vizio di mente, che per i consulenti della gip Federica Gaudino e della Difesa sarebbe totale, mentre invece per quello dell'Accusa sarebbe solo parziale.
Il reato che viene contestato alla 28enne di origini indiane, adottata quando era piccola da una famiglia bergamasca, è di duplice infanticidio aggravato dal legame di parentela, dal fatto che i bambini fossero minorenni e dalla minorata difesa. I carabinieri, sulla base anche degli accertamenti medico-legali sul corpo del piccolo Mattia, ultimo a morire in ordine di tempo, avrebbero accertato che il decesso sarebbe avvenuto per soffocamento.
L'ipotesi è che Bortolotti lo abbia ucciso per la frustrazione di non riuscire a gestire il suo pianto, un'ipotesi che la pm Maria Esposito applica anche alla morte sospetta, in precedenza, di Alice, il cui corpicino è stato sottoposto ad autopsia però solo dopo la morte del fratellino, quando ormai non era più possibile avere elementi certi rispetto a questa versione. Da parte sua, la madre ha sempre negato, sostenendo che i decessi fossero dovuti a cause accidentali.
Concordi sulla pericolosità sociale
Se la Corte d'Assise dovesse condividere le conclusioni dell'incidente probatorio, senza chiedere un'ulteriore perizia, Bortolotti sarebbe prosciolta. Non tornerebbe comunque, con molta probabilità, libera, in quanto tutti gli esperti concordano sulla sua pericolosità sociale. Nessuno dei famigliari, a cominciare dal compagno e padre dei neonati, si è costituito parte civile e, a quanto pare, l'uomo non ha intenzione di partecipare al processo.