Morte della piccola Diana, autopsia inquietante: resti di pannolino trovati nello stomaco
I dettagli rivelati dall'esame autoptico mostrano un quadro sempre più terribile. La chiusura delle indagini è fissata al 30 gennaio
Ogni dato che mano a mano emerge dall'autopsia sul corpo di Diana Pifferi, la bambina di un anno e mezzo morta dopo essere stata lasciata da sola in casa per sei giorni nel caldo torrido dello scorso luglio, aggiunge una pennellata nera a un quadro che fin dall'inizio ha mostrato le tinte più scure. L'ultimo aggiornamento rende noto come, nello stomaco della bambina, siano stati trovati brandelli di pannolino, lo stesso che indossava e che si era tolto, forse nella disperazione della sua agonia.
Le analisi hanno ormai dimostrato come le ragioni delle morte siano stati gli stenti e, in particolare, una forte disidratazione. La madre Alessia Pifferi era andata da compagno di Leffe e l'aveva lasciata senza acqua né cibo. Unico oggetto vicino al corpo, un biberon, sul quale sono state trovate tracce di ansiolitico. Le analisi del sangue e quella del capello hanno confermato come la bambina fosse stata sedata.
La posizione della madre, Alessia Pifferi, si aggravano di giorno in giorno. Nel mentre, la donna resta in carcere e continua la linea ferma del giudice Fabrizio Filice sul negare la consulenza neuroscientifica, perché la donna «non ha mai avuto, nella sua vita, nessuna storia di disagio psichico né di psico-patologia» e «anche dopo l'ingresso in carcere, come attestano le relazioni del Servizio di psichiatria interna, si è sempre dimostrata consapevole, orientata e adeguata».
Dal carcere, Alessia Pifferi ha di recente scritto una lettera, diffusa dalla trasmissione di Rete 4 Quarto Grado, nella quale ha scritto: «Vorrei poter tornare indietro a quel giorno per non uscire e riavere la mia bambina». Intanto la chiusura delle indagini è prevista per il 30 gennaio, giorno in cui si svolgerà l'incidente probatorio.