Tragedia al parco

Morte della piccola Ritaj a Villongo, chiesto il processo per sindaco, assessore e tre impiegati comunali

La bimba di 6 anni era caduta dal gioco per poi essere colpita dalla pedana alla testa: una catena di sicurezza era rotta

Morte della piccola Ritaj a Villongo, chiesto il processo per sindaco, assessore e tre impiegati comunali

La Procura di Bergamo ha chiesto il processo per omicidio colposo nei confronti dei tre dirigenti del Comune di Villongo, del sindaco e dell’ex assessore ai Lavori pubblici, accusati di negligenze che avrebbero portato alla morte di Ritaj Lahmar.

La bimba di 6 anni era caduta, il 2 settembre 2024, dall’altalena per disabili del parco giochi Don Agostinelli in paese, giudicata non a norma, e una volta a terra la pedana del gioco oscillando l’aveva colpita alla testa, provocandole una grave lesione con conseguenze fatali.

Il presunto incarico all’operaio comunale

La funzionaria 61enne, in forza in Municipio fino a marzo 2023, come riportato oggi (giovedì 23 ottobre) dal Corriere Bergamo ha sostenuto, davanti agli inquirenti, di aver dato mandato all’operaio comunale di nastrare l’altalena, per impedirne l’utilizzo da parte dei bambini.

Un intervento minimo, che sarebbe stato necessario dopo la prima mail della ditta incaricata della manutenzione del gioco. Era arrivata il 24 marzo 2022 e si specificava che la catena che impediva l’eccessiva oscillazione dell’altalena era rotta. Le successive che riferivano dello stato dell’installazione erano state inviate nel luglio e poi nel dicembre successivi. Tutte, secondo l’indagata, erano state girate poi anche a sindaco e assessore.

Nelle comunicazioni, l’azienda proponeva due opzioni per intervenire: si sarebbe potuta sostituire con un gioco nuovo, oppure riparare la catena, spendendo in questo caso sui 150 euro. Nel mentre, appunto, la dirigente ha spiegato che aveva chiesto, d’accordo con il primo cittadino e l’assessore, al dipendente del Comune di isolare l’altalena con del nastro. A fine giornata, le avrebbe fatto sapere di avere eseguito l’operazione.

Il dipendente respinge la versione

Questa versione dei fatti, tuttavia, è stata respinta dall’operaio comunale, che sentito come testimone ha negato di aver eseguito un incarico di questo tipo. Ha dichiarato infatti di essersi sempre rifiutato di eseguire questo tipo di interventi, perché erano in capo a ditte specializzate e regolati da norme molto rigide.  Anche il sindaco e l’ex assessore, sentiti dai magistrati, a settembre scorso hanno negato di essere mai stati coinvolti nella questione, sostenendo che l’Ufficio tecnico avesse piena autonomia e di non aver mai ricevuto la mail della ditta che aveva effettuato il sopralluogo al parco.

Da marzo 2023 e fino a gennaio 2024, la dirigente era poi stata sostituita da un altro funzionario 59enne, che aveva gestito il passaggio di consegne fino all’arrivo di un altro dipendente comunale sessantenne. Entrambi sono accusati di non aver fatto riparare o rimuovere il gioco pericoloso, così come di non aver fatto eseguire la manutenzione che periodicamente andava garantita.