Morte della piccola Ritaj a Villongo: indagati sindaco, assessore e tre impiegati comunali
La bambina di 6 anni stava giocando su un'altalena per disabili quando cadde e fu colpita alla testa dalla pedana: la lesione riportata le fu fatale

La Procura di Bergamo ha chiuso le indagini per la morte della piccola Ritaj Lahmar, 6 anni di Villongo, avvenuta il 2 settembre 2024 al parco giochi del quartiere di San Filastro.
Sono stati iscritti nel fascicolo il sindaco Francesco Micheli, l'ex assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Vigani e tre responsabili dell'Ufficio tecnico che si erano succeduti nelle mansioni dal 2022 fino al tragico giorno.
Il terribile incidente
Quella sera, la bambina intorno alle 21.15 stava giocando insieme a degli amichetti, dopo che era andata nel giardino pubblico con la madre. A un certo punto, mentre era in piedi sul gioco, era caduta a terra, poi la pedana in ferro aveva proseguito a oscillare, colpendola alla testa. La ferita riportata era stata fatale, nonostante l'intervento tempestivo del 118 e il trasporto all'ospedale Papa Giovanni XXIII, dove alle 23 era stato dichiarato il decesso.
Adesso, come riportato da L'Eco di Bergamo, i magistrati contestano agli indagati l'omicidio colposo, perché l'altalena avrebbe avuto diverse crepe e, inoltre, non ci sarebbe stata più la catena nella parte inferiore. Un componente che avrebbe dovuto limitare l'oscillazione della pedana - adatta a ospitare le carrozzine - a massimo 25 gradi, mentre in quel frangente avrebbe raggiunto un angolo di 90 gradi. Lo stato del gioco per bambini, però, secondo i pm da alcune mail recuperate sarebbe stato noto all'Amministrazione.
Le mail sullo stato dell'altalena
Il 24 marzo 2022, una relazione della ditta incaricata lo avrebbe fatto presente al Comune, con il successivo invio di un preventivo per la riparazione o sostituzione dell'articolo in questione. Inoltre, sarebbe stata predisposta una successiva nuova relazione per dicembre di quell'anno. Secondo l'Accusa, quindi, nonostante fossero a conoscenza della situazione, gli indagati non avrebbero messo in atto le azioni necessarie per la messa in sicurezza, sistemando il gioco e ripristinando la catena, oppure impedendone l'accesso.
Dei tre responsabili dell'Ufficio tecnico, inoltre, per la Procura gli ultimi due non avrebbero fatto eseguire la manutenzione periodica come previsto dalla normativa. A primo cittadino ed ex assessore, invece, viene contestata l'omessa vigilanza, poiché per i giudici sarebbero stati informati dello stato in cui si trovava l'altalena.
Presentate memorie scritte
Alcuni indagati hanno presentato delle memorie scritte e lo faranno anche in futuro: lo ha fatto l'avvocato del sindaco, Enrico Pelillo, chiedendo anche di essere sentito dalla Procura. Il legale di Vigani, Michele Cesari, presenterà una memoria scritta e il suo assistito ha pure domandato di essere sentito. Entrambi sostengono di non essere mai stati al corrente della questione.
Vuole essere ascoltata inoltre la prima responsabile, in ordine di tempo, dell'Ufficio tecnico. L'impiegato che l'aveva sostituita ha depositato una memoria scritta, in cui nega di essere stato a conoscenza del fatto, mentre quello che era subentrato in seguito sta ancora valutando le sue mosse con l'avvocato.