Morte dell'autotrasportatore a Leffe, i sindacati: «Siamo stanchi e arrabbiati»
Le segreterie bergamasche di Cgil, Cisl e Uil hanno commentato il sesto incidente mortale sul lavoro nella nostra provincia da inizio anno
La mattina di oggi, venerdì 4 giugno, la ditta Plastic di Leffe è stata teatro dell'ennesima, tragica morte sul lavoro dell'ultimo periodo. Vittima, un autotrasportatore di 59 anni di Carbonera, in provincia di Treviso, che lavorava per una ditta esterna e che si trovava in Val Seriana per scaricare imballi di plastica riciclata. Dopo aver aperto il portellone posteriore e sganciato le cinghie che trattenevano il carico, due grossi cumuli di plastica, pesanti circa 5 quintali ciascuno, sono precipitati dal pianale, schiacciandolo.
La notizia ha ovviamente provocato la dura reazione dei sindacati bergamaschi, che nel pomeriggio hanno diffuso una nota congiunta nella quale si definiscono «stanchi» e «arrabbiati».
«La forte ripresa produttiva che si sta registrando, soprattutto nel manifatturiero, in provincia di Bergamo non può essere pagata con il sangue dei lavoratori - scrivono le segreterie di Cigl, Cisl e Uil Bergamo -. Dall'inizio dell'anno le vittime nella nostra provincia sono 6. Un numero inaccettabile. [...] Non si contano più i nostri comunicati di condoglianze alle famiglie delle vittime».
E ancora: «Siamo stanchi, e sono stanchi i lavoratori che escono di casa la mattina senza essere certi di ritornare la sera. La crisi dello scorso anno e la ripresa economica appena iniziata non possono essere la scusa per ignorare le norme di sicurezza o per chiedere ai dipendenti di adottare ritmi forsennati che mettono a rischio la loro incolumità e salute. Lo abbiamo visto in molti casi, anche a livello nazionale: dispositivi di sicurezza sulle macchine e sugli impianti che vengono disattivati e manomessi perché rallentano la produzione. Anche a Bergamo abbiamo visto casi di questo tipo, che non temiamo di definire criminali».
«Siamo stanchi, e siamo arrabbiati - continua la nota congiunta delle sigle sindacali bergamasche -. Siamo stanchi di sentirci i soli che alzano la voce su questo tema in un silenzio assordante. Siamo stanchi di leggere i necrologi di lavoratori, e di vedere che invece di interventi straordinari per aumentare sicurezza e controlli in quella che è una vera e propria emergenza sociale, vediamo che si preferisce andare in deroga alle norme sugli appalti in nome di uno sviluppo a qualsiasi prezzo».
«Nel 2018 parti sociali e istituzioni avevano sottoscritto un accordo, oggi scaduto, che prevedeva dieci azioni concrete da sviluppare sul territorio per prevenire incidenti e infortuni. Dobbiamo ripartire da qui: non possiamo più aspettare, occorre muoversi adesso su questa strada già tracciata».