Morto il 62enne coinvolto nello scontro tra bici e moto a Dalmine
Non ce l'ha fatta Ramiro Roberto Pardo Saavedra. Lascia la moglie e tre figli, il più piccolo di 9 anni
Non ce l'ha fatta il 62enne che nella serata di martedì 21 giugno è stato vittima di un incidente a Dalmine, all'incrocio tra via Provinciale e via Abruzzo, all'altezza del civico 70. Erano circa le 18: Ramiro Roberto Pardo Saavedra stava viaggiando in sella alla propria bicicletta quando per cause ancora da accertare la sua bici e una moto Bmw 600 con a bordo marito e moglie di 57 e 53 anni hanno colliso.
I coniugi hanno riportato ferite lievi e sono già stati dimessi dall'ospedale, mentre per Ramiro Roberto le condizioni sono apparse fin da subito disperate: sbalzato dalla sella, è finito a testa in giù sull'asfalto perdendo conoscenza. Sul posto due ambulanze e un'automedica, che hanno trasportato il 62enne all'ospedale Papa Giovanni XXIII, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico tutta la notte che, purtroppo, è risultato vano.
La polizia locale di Dalmine sta nel frattempo acquisendo le immagini delle telecamere di videosorveglianza installate da alcuni commercianti della zona e le testimonianze di chi ha assistito. Secondo una prima ricostruzione, Ramiro Roberto avrebbe effettuato improvvisamente un'inversione di marcia, schiantandosi addosso alla moto che non ha potuto in alcun modo evitare l'impatto. Ancora non chiaro il motivo i questa inversione: forse un malore, oppure il tentativo di evitare un ostacolo, o ancora si potrebbe trattare di un gesto volontario.
Chi era Ramiro Roberto, morto a due giorni dallo schianto
Ramiro Roberto era un uomo molto devoto alla sua famiglia. Nato a Cochabamba, in Bolivia, era arrivato a Bergamo nel 2006 per raggiungere la moglie, che viveva qui già da qualche anno. Il 62enne era cresciuto senza padre e perciò «non voleva far mancare niente né a me né ai figli – ha raccontato Rossemary Sandra, intervistata da L'Eco di Bergamo (che ha riportato la notizia –. Ci ha dato tanto amore». Sulle pagine de L'Eco, la donna ha raccontato gli intensi attimi di terrore vissuto la sera dell'incidente.
«Stava andando in bici dal meccanico per chiedere di riparare la sua auto guasta. Alle 20:10 non era ancora arrivato a casa, così abbiamo provato a chiamarlo ma non rispondeva. Poi l’ha chiamato mia figlia Natalia, ha risposto un medico per dirci dell’incidente e siamo andati in ospedale. I figli sono venuti a salutarlo, ma non hanno ancora realizzato pienamente quanto successo». Ramiro Roberto aveva infatti tre figli: Melvy Natalia di ventidue anni, Daniela di quattordici anni e Matteo di nove.
Molto cattolico, tra i suoi hobby anche l'orto e il giardinaggio. Lavorava come autista e giardiniere per una famiglia e anche come dipendente per un’impresa di pulizie. «Un padre esemplare e un marito ammirevole – conclude la moglie – cercherò di andare avanti per lui e per dare il futuro che voleva per i nostri figli». La data dei funerali non è ancora stata fissata.