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Morto di Covid in Brasile Pierantonio Zanni, missionario che aveva gettato il passaporto

Nato il 13 maggio 1937 a Sovere, era in Sud America dal 1986. Il ministro provinciale brasiliano: «Ha vissuto intensamente la sua vita in missione, unendo come nessun altro il servizio dell’altare, la cultura e il lavoro manuale. Ovunque è stato allevava conigli, galline e coltivava un orto». Ha segnato una generazione di presbiteri dello stato del Maranhão

Morto di Covid in Brasile Pierantonio Zanni, missionario che aveva gettato il passaporto
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di Fabio Gualandris

Il coronavirus ha colpito anche in Brasile e si è portato via padre Pierantonio Zanni, missionario cappuccino bergamasco. Nato il 13 maggio 1937 a Sovere, era in Brasile dal 1986. Lo ricordano anche ad Albino dove è stato insegnante nel seminario minore negli anni '60.

I Cappuccini della provincia lombarda, con grande dolore, hanno così reso noto della morte del loro confratello missionario: «Nel pomeriggio di sabato 9 maggio fra’ Pierantonio Zanni è tornato alla casa del padre all'ospedale generale Unimed di Belém dove era stato ricoverato a causa del Covid-19. Nel quarto anniversario della morte di Padre Apollonio Troesi, un altro grande missionario ci ha lasciato. Chiediamo a tutti una preghiera».

Lo ricorda il Ministro Provinciale Frei Sílvio do Socorro de Almeida Pereira, che ne traccia un profilo: «Seduto vicino alla finestra della mia stanza non riesco a trovare le parole per esprimere il dolore che sto provando. Era un padre per molti di noi. Per anni si è dedicato instancabilmente al lavoro in favore delle vocazioni. Per un lungo periodo, partiva ogni mese da São Luís, dove abitava, verso Capanema e Barra do Corda per accompagnare i postulanti. Eseguiva test psicologici, teneva lezioni e faceva la direzione spirituale. Quando ha smesso di essere l’animatore provinciale delle vocazioni, ha continuato, ovunque andasse, a esercitare questo servizio con discrezione. Fra’ Pierantonio era un frate che ha vissuto intensamente la sua vita in missione. La sua la donazione non si è limitata all'ambito provinciale. Chi non riconosce il grande lavoro fatto a favore della cultura quando era direttore dello Iesma. Qui ha investito molto per la creazione del Corso di Scienze Religiose, per l’ampliamento delle strutture e per formare generazioni di professionisti, sacerdoti e religiosi».

«Era un frate che ha saputo unire come nessun altro il servizio dell’altare, la cultura e il lavoro manuale. Ovunque è stato allevava conigli, galline e coltivava un orto. Sempre molto sistematico, era zelante in tutto ciò che faceva. Tra le sue molte caratteristiche si distingue la perseveranza. Era una persona che portava sempre avanti i suoi progetti perché aveva fiducia in ciò che faceva e si sforzava di realizzare con ogni impegno ciò in cui credeva. Era un uomo saggio, sapeva parlare e tacere. Chi lo cercava per chiedere un consiglio trovava molto di più. Trovava un frate ricco di esperienza in grado di dire cose sagge in modo semplice, e di istruire come nessun altro. Era un formatore per natura. Un esperto osservatore della realtà. I suoi occhi vedevano ciò che pochi potevano vedere. Era un uomo di ascolto, di silenzio e di preghiera. Dio ci ha dato la grazia di averlo negli ultimi anni nella fraternità di Belém. E lui che mi ha accompagnato per otto anni nella mia formazione iniziale, a Belém è stato la mia guida personale. Ecco perché, dopo aver lasciato Belém, non sono mai tornato lì senza portare un buon vino e cioccolatini che lui amava».

«Ha vissuto la missione in modo tale da identificarsi così tanto con questa terra che ha gettato via il passaporto perché non pensava più di tornare in Italia. Negli ultimi anni si stava dedicando alla diffusione della causa di beatificazione di Padre Daniele da Samarate. Che il venerabile lo accolga in paradiso e lo conduca al Padre».

«Oggi abbiamo perso un frate, un autentico missionario e un padre. Ci mancherà molto! La nostra eterna gratitudine e che dal cielo possa continuare ad accompagnarci!».

In una nota i Vescovi del Regionale NE5 della CNBB (Conferência Nacional dos Bispos do Brasil) esprimono il loro dolore e lo ricordano come membro della Provincia cappuccina di Nossa Senhora do Carmo: «Padre Pierantonio è stato un missionario per molti anni, nel nostro regionale. Tra le tante attività, è stato professore e direttore dello Iesma (istituzione cattolica, ndr). Durante il suo mandato è riuscito a creare le condizioni per il riconoscimento del nostro Istituto insieme con il Ministero dell’Istruzione e della Cultura. Per via del suo modo di essere e della sua spiritualità, ha segnato molto una generazione di presbiteri del Maranhão. Apprezziamo profondamente tutta la sua dedizione e la sua donazione alla nostra Chiesa».

«Il nostro Regionale è solidale con la sua famiglia, con il suo Ordine e in modo particolare con i membri di questa Provincia, dove ha vissuto lasciando l’eredità di un modello di cappuccino, incarnato nella realtà del nostro popolo».

«Credendo nelle parole di Gesù: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se è morto, vivrà; E tutti quelli che vivono e credono in me non moriranno mai” (Gv 11, 25-26) vogliamo vivere questo momento con fede e in comunione con tante persone che stanno soffrendo la condizione di chi ha avuto qualcuno in famiglia che è morto vittima di questa terribile pandemia, che colpisce l'intero pianeta».

«Poiché crediamo che la Vita sia un valore fondamentale, siamo sicuri che la Vita del nostro amico-fratello si rifletterà nel lavoro e nella missione di tutti coloro che attraverso di lui sono stati evangelizzati».

«Possa la sua memoria continuare a contribuire al rafforzamento di questo diritto fondamentale dell’esistenza umana e che egli interceda presso Dio per tutti noi e per il nostro stato, dove ha svolto parte della sua missione con tanta diligenza e amore!».

In questa intervista, padre Pierantonio Zanni racconta anche dei suoi anni giovanili e della sua vocazione missionaria.

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