Morto nel cassonetto a Canonica d'Adda: aperto un fascicolo per omicidio colposo
Al momento non risulta alcun iscritto nel registro degli indagati, nessuna richiesta di autopsia o altri accertamenti con esperti
La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo per la morte di Costantin Antonie, il 23enne rumeno morto dopo essere rimasto incastrato in un cassonetto dei vestiti usati a Canonica d'Adda. Al momento, non risulta alcun iscritto nel registro degli indagati.
La famiglia del giovane vorrebbe riportare il suo corpo il prima possibile nel paese d'origine per poter celebrare il funerali. Si deve capire se il pm vorrà richiedere l'esame autoptico, anche se al momento, come riportato oggi (venerdì 10 maggio) da L'Eco di Bergamo, pare non sia stata avanzata alcuna domanda in questo senso. Allo stesso modo, non sono stati resi noti eventuali altri accertamenti a carico di qualche esperto.
La ricostruzione
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri con l'aiuto delle telecamere, il ragazzo aveva scavalcato la recinzione della piazzola ecologica del paese, intorno alle 2 di lunedì 6 maggio scorso, poi si era diretto verso il cassonetto giallo dove si possono lasciare degli indumenti usati, che poi vengono riutilizzati in altra maniera. L'intento, con molta probabilità, era quello di recuperarne qualcuno che fosse ancora buono da poter indossare, per cui la vicenda si era configurata come un altro dramma della povertà.
In ogni caso, quando era già infilato a metà nel contenitore era rimasto intrappolato, le braccia e il busto dentro e le gambe fuori, senza riuscire né a entrare del tutto né a uscire di nuovo. Il cellulare, che aveva in tasca, era irraggiungibile nella posizione in cui si trovava ed era stato poi trovato scarico dagli investigatori. L'altro oggetto che aveva con sé era un orologio digitale, mentre non aveva documenti. Dal responso del medico arrivato sul posto dopo la chiamata dei soccorsi, il 23enne è morto per asfissia.
La scoperta del corpo
Ad accorgersi del cadavere era stato uno degli operatori ecologici, arrivati intorno alle 8 per iniziare il loro turno di lavoro. All'inizio, gli sembrava che degli stracci penzolassero dal portello del cassonetto. In seguito, però, si era accorto che erano delle gambe e aveva dato l'allarme. L'identificazione è avvenuta con l'aiuto della famiglia della vittima, accortasi della sua scomparsa quella mattina in paese a Fara Gera d'Adda, dove viveva con i parenti.