La sentenza

Moussa Sangare, il killer di Sharon Verzeni, condannato per i maltrattamenti a madre e sorella

Il giudice ha disposto una pena di tre anni e otto mesi, ma l'avvocato ha contestato la perizia psichiatrica della consulente

Moussa Sangare, il killer di Sharon Verzeni, condannato per i maltrattamenti a madre e sorella
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Moussa Sangare, il killer di Sharon Verzeni, uccisa a Terno d'Isola l'estate scorsa, è stato condannato a tre anni e otto mesi per maltrattamenti nei confronti della madre e della sorella, reati avvenuti nel 2019 con successiva denuncia delle parti lese. La pm Laura Cocucci aveva chiesto quattro anni, l'avvocato Giacomo Maj l'assoluzione.

I contrasti sulla perizia psichiatrica

Il processo, come riportato dal Corriere Bergamo, è stato condotto con rito abbreviato, ma subordinato alla perizia psichiatrica disposta dal giudice, che è stata condotta successivamente da un'esperta. Il responso della psichiatra Valentina Stanga dell'Università di Brescia, dopo un colloquio, è che sia capace di intendere e volere, oltre che di stare a processo.

Un parere contestato dall'avvocato Maj, che invece ritiene ci sia stata una verifica insufficiente, dato che non sono stati condotti dei test e ha incontrato un'unica volta il suo assistito. La dottoressa, d'altra parte, ha spiegato che non è necessario sempre condurre dei test con i soggetti e che un colloquio le era sembrato sufficiente. Nel fascicolo per maltrattamenti, il consulente per l'Accusa Sergio Monchieri aveva dato lo stesso responso, mentre quello della Difesa, Alessandro Calvo, ha un'opinione del tutto all'opposto e ha parlato di incapacità di intendere e volere.

Moussa Sangare

L'avvocato: «Aspettiamo le motivazioni»

La tesi dell'avvocato di Sangare era che il suo assistito non fosse in grado di valutare la portata delle proprie azioni. Anche a quest'udienza, così come a quella preliminare, il trentenne non era presente e il suo legale continua a descriverlo come «smarrito».

Nell'altro processo a suo carico, quello più grave relativo all'assassinio della ragazza, che aveva anche confessato in caserma dai carabinieri, l'imputato ha recentemente cambiato versione, affermando in Aula di non essere stato lui a commettere il delitto. L'avvocato Maj ha dichiarato che, una volta depositate le motivazioni della sentenza, entro sessanta giorni, valuteranno il da farsi, anche rispetto alla perizia psichiatrica.