Nelle scuole 1265 studenti in meno (come un intero Lussana). E non è colpa del Covid
Drastico calo alle elementari, per ora reggono solo le superiori, ma fino a quando? Abbiamo perso un istituto grande come il Lussana

di Paolo Aresi
C’è un’altra epidemia, forse anche più grave del Covid-19, ma si cui si parla poco. Eppure i suoi risultati devastanti sono sotto gli occhi di tutti: è l’epidemia di “denatalità” di cui l’Italia, e Bergamo in particolare, sono i più colpiti al mondo. L’Italia è il Paese dove il tasso di natalità è il più basso al mondo e Bergamo è la penultima o terzultima provincia della Penisola come numero di bambini. Quindi, siamo la terra del mondo dove si fanno meno figli.
Oggi a Bergamo abbiamo circa la metà dei diciottenni che c’erano nel 1980. Uno scherzo? No, non è uno scherzo. E i dati che sono stati forniti dall’Ufficio scolastico provinciale confermano questa realtà. Sono numeri diffusi nei giorni scorsi, in occasione della ripartenza delle scuole. In pochi ci hanno fatto caso, occupati a fare i conti con il problema dei trasporti, delle mascherine, dei banchi con le rotelle. Eppure questa situazione dovrebbe preoccuparci almeno quanto il coronavirus (se ci teniamo al futuro).
Crollo elementari
Ecco i numeri. Nelle scuole statali bergamasche quest’anno si contano ben 1.265 studenti in meno rispetto allo scorso anno. È sparito un intero istituto scolastico come il liceo Lussana (più o meno). Guardiamo i numeri nel dettaglio.
Nella scuola dell’infanzia (materne) i bambini sono scesi da 8.899 a 8.747. Nelle scuole primarie (le vecchie elementari) il calo è stato di ben 1.545 alunni! Si è scesi dai 49.467 dello scorso anno ai 47.922 attuali. Sono diminuiti anche gli studenti delle vecchie scuole medie (la secondaria di primo grado), ma di poco: solo 140 studenti in meno rispetto all’anno scorso.
Tengono ancora le scuole superiori, ovvero le secondarie di secondo grado. Quest’anno si registrano 572 alunni in più rispetto alla stagione passata (da 46.202 a 46.774). Ma per quanto riguarda soltanto le classi prime, il numero è pressoché uguale a quello del 2019 (per essere precisi, sei alunni in più).
Il crollo delle nascite è ormai entrato stabilmente nel mondo della scuola. E non bastano neppure gli alunni di origine straniera a riportare in pari l’ago della bilancia; nelle scuole statali gli studenti che non hanno la cittadinanza italiana sono il 17,2 per cento (si sale addirittura al 27,46 per cento nella scuola dell’infanzia).