Scandaloso

Nessuna ambulanza per la figlia disabile, il papà la riporta a casa a piedi fino a Scanzo

È accaduto all'ospedale di Alzano. La figlia, tetraplegica e disabile al 100%, era stata portata in Pronto Soccorso per una sospetta torsione alla caviglia

Nessuna ambulanza per la figlia disabile, il papà la riporta a casa a piedi fino a Scanzo
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Non c'erano ambulanze disponibili per sua figlia, tetraplegica e disabile al 100%. Così il papà l'ha riportata a casa dall'ospedale di Alzano Lombardo a piedi, sotto la pioggia torrenziale. La vicenda – raccontata da L'Eco di Bergamo – accade a Scanzorosciate, dove una famiglia ha dovuto fare i conti non soltanto con un caso (l'ennesimo) di disservizio, ma anche con l'indifferenza e l'insensibilità di fronte alla malattia.

Erano le 17 di sabato 28 maggio quando i genitori della ragazza hanno deciso di chiamare l'ambulanza per raggiungere il Pronto Soccorso dell'ospedale di Alzano, per via di una sospetta torsione al piede sinistro in seguito ad un piccolo incidente avvenuto durante una passeggiata al mattino. Dopo la visita e le lastre, il responso: nessuna frattura, fortunatamente solo una lussazione. Però, nel frattempo, si sono fatte le 23.

Alla ragazza serve un'ambulanza per tornare a casa dopo una giornata pesante (e dolorosa), ma tutte le tredici telefonate ai vari servizi privati a pagamento si concluderanno con un nulla di fatto. Persino il servizio h24 risponde negativamente. I mezzi, a quell'ora, sono disponibili soltanto per il soccorso d'urgenza. Salire su una normale automobile è escluso: a causa della sua malattia, non può piegare le gambe.

Intanto la stanchezza e la rabbia si fanno sentire e resta un'ultima possibilità: chiamare il papà. L'uomo non se lo fa ripetere, prende la carrozzina elettrica e corre in ospedale a recuperare la figlia. A piedi, al freddo, sotto la pioggia che poi si è trasformata in un diluvio. Attraversa il ponte del Serio, tre quarti d'ora dopo è all'ospedale. Carica la figlia in carrozzina, si coprono e – sempre a piedi – imboccano la via di casa, dove arrivano stremati alle due del mattino.

«Non ce la facevo più – ha raccontato la figlia a L'Eco – ho chiamato mio papà a casa ed è partito con la mia sedia a rotelle, spingendola per tutta la strada. È arrivato in ospedale tutto bagnato. Ce l'aveva fatta. Per fortuna io avevo il mio telo e i miei genitori ombrelli e giacche. Siamo arrivati a casa alle due di mattina. E siamo andati a dormire alle tre. Non ho parole, dico solo che è una cosa vergognosa. Grazie a Dio ho due genitori meravigliosi e insostituibili, sono la mia vita».

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