La lettera

Nessuno tocchi Bara e Mamadou di via XXIV Maggio, che male vi fanno?

Di origine senegalese, da un decennio aiutavano anziani e famiglie della zona. Ma ora qualcuno lo ha cacciati

Nessuno tocchi Bara e Mamadou di via XXIV Maggio, che male vi fanno?
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di Dario Mione

Egregio direttore, Bara e Mamadou sono due cittadini senegalesi che, come molti loro connazionali, fra speranze e timori, a un certo punto della propria vita hanno deciso di lasciare la terra d’origine in cerca di miglior sorte nel nostro Paese. L’età è indefinibile ma, fra i due, Bara sembra il più giovane (è nato nel 1982). Da circa un decennio, o forse più, bazzicano la zona alta di via XXIV Maggio, a Bergamo, e stazionano spesso di fronte al civico 2/G, dove tutti ormai li conoscono. E a conoscerli sono anche molti altri residenti e commercianti della zona, nessuno dei quali ha mai avuto da ridire. Fino al 2018.

Se vi fosse capitato di passare in questi anni, li avreste potuti trovare intenti ad aiutare qualche anziano/a, persone con difficoltà motoria, la portinaia del suddetto civico o altri inquilini bisognosi di aiuto. Non espongono merce da vendere sul marciapiede e, per questo, è piuttosto arduo definirli “vù-cumprà”: vivono alla giornata, facendo ogni tanto qualche lavoretto (Mamadou è spesso impegnato in traslochi) e cercando di rendersi utili, senza tuttavia mai chiedere nulla, neppure a passanti o automobilisti che parcheggiano l’auto sul lato sinistro della strada (procedendo verso via Statuto).

A parte episodi sporadici di intolleranza, la prima volta che qualcuno li ha davvero fatti sentire indesiderati è capitata nel 2019, dopo l'approvazione del decreto Sicurezza: sono stati prelevati da una volante e portati in questura per accertamenti. Bara e Mamadou, però, hanno regolari permessi di soggiorno e, dopo la poco piacevole “gita”, erano tornati alla loro quotidianità. Salvo venire di nuovo prelevati una seconda volta per un ulteriore controllo, difficile dire quanto giustificato, nuovamente senza conseguenze - se non quella di far loro percepire che il clima di intolleranza si era decisamente scaldato.

Lettera per Bara e Mamadou

Negli ultimi mesi a più riprese qualcuno li ha apostrofati: «Siete venuti coi barconi, adesso ve ne dovete tornare a casa». Persone che proferiscono frasi dal significato tanto profondo, naturalmente, ignorano che Bara torni a casa ogni uno-due anni, per trascorrere i mesi estivi con la moglie e la figlia, e che per il viaggio a/r Senegal-Italia prenda l’aereo e non un barcone. Ma il peggio è arrivato con l’inizio dell'anno nuovo: due militari della Guardia di finanza, non si sa con quale autorità (senza contare che Bara e Mamadou non stavano vendendo nulla, né chiedendo soldi - non lo fanno mai, ricordiamolo - né facendo altro di illegale), li hanno fermati in prossimità del civico 2/G e uno dei due, dopo aver chiesto se fossero regolari, avrebbe detto: «Regolari o irregolari, voi di qui ve ne dovete andare». La motivazione? Pare che due commercianti della zona (uno dei quali gestirebbe un negozio storico che, peraltro, non si trova neppure vicino al civico 2/G) si siano lamentati, forse perché alcuni loro clienti si sono detti infastiditi (non si sa in quali termini) dai due senegalesi.

Morale? Al momento al civico 2/G non c'è più nessuno che aiuti gli anziani a portare la spesa, le persone con difficoltà motorie o la portinaia ultrasessantenne a sbrigare alcuni dei lavori più pesanti, per i quali loro si prestavano sempre volentieri. Il tutto perché il colore della loro pelle e la loro presenza sembra aver dato fastidio a qualcuno.

Qualche domanda ai vari protagonisti neppure troppo indiretti di questa vicenda vorrei porla. La prima ai commercianti: sinceramente, a voi che fastidio hanno mai dato queste due persone (eh sì, sono persone anche loro)? E in che modo lo avrebbero dato ai vostri clienti? La seconda ai passanti che insultano senza motivo: a prescindere dalle vostre idee politiche, vi rendete conto che giudicare una persona senza conoscerla, solo perché ha il colore della pelle diverso dal vostro, è un atto razzista? E sapete che un atto razzista costituisce reato?

La terza e ultima alla Guardia di finanza: a prescindere dalla necessità di “sgomberare” due persone che nulla fanno di illegale, davvero è abitudine di un militare rivolgersi in maniera tanto boriosa e sgarbata nei confronti di due persone (evidenziamo di nuovo questa parola)? Ovvero dicendo loro: «Regolari o irregolari, voi di qui ve ne dovete andare?». Personalmente spero sia stato un malinteso. E spero che, quando Bara e Mamadou torneranno (auspicabilmente) dove tutti li conoscono e dove la maggior parte delle persone vuole loro bene, nessun altro militare si senta in dovere di “sgomberarli” per delle segnalazioni la cui fondatezza è tutta da dimostrare. Perché da questa vicenda l’unica cosa certa che si può dedurre è che il razzismo e l’intolleranza hanno ormai superato ogni limite di sopportazione. O, per lo meno, hanno abbondantemente superato il mio.

P.S.: anche una giovanissima residente si è sentita in dovere di lanciare la sua proposta per far tornare Bara e Mamadou. E no, nessuno l’ha imbeccata. E no, non è una questione politica: è una questione di umanità.

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