La Farnesina non si preoccupa

Nessuno vola a Sharm, tranne Orio Ma l'Italia può sentirsi immune?

Nessuno vola a Sharm, tranne Orio Ma l'Italia può sentirsi immune?
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Se di attentato dell'Isis si è trattato, i terroristi hanno raggiunto un duplice obiettivo: "punire" i russi per l'impegno militare in Siria e mandare in tilt il traffico aereo verso Sharm. Di fronte all'ipotesi sempre più probabile di una bomba a bordo dell'Airbus precipitato, l'Occidente ha reagito come sempre in ordine sparso. Ognuno per conto suo, senza consultarsi né coordinarsi con gli alleati. C'è grande confusione sotto il cielo. Mentre Il Cairo continua a negare l'attentato e Mosca va con i piedi di piombo, Londra e Washington si dicono sicuri: l'Airbus non è caduto per un guasto, l'ordigno è esploso nella stiva. Per cui il governo britannico ha deciso l'immediato stop di tutti i voli da e per il Mar Rosso. Una decisione senza precedenti, presa nonostante a Sharm ci siano 20mila inglesi in attesa di rientro. Il premier Cameron non ha dubbi sulla matrice terroristica. Per Londra la località turistica del Mar Rosso non è più uno scalo sicuro, i controlli sono stati violati e potrebbe succedere ancora. Oggi le compagnie inglesi effettueranno sì alcuni voli dalla zona, ma solo per riportare a casa i concittadini, che comunque potranno caricare solo bagagli a mano. Le valigie viaggeranno su dei cargo sottoposti a misure di sicurezza straordinarie. Attivato anche un ponte aereo militare con due giganteschi C 17. Irlanda e Olanda si sono allineate immediatamente, cancellando a loro volta i voli. Stessa decisione per l'Ucraina e per la compagnia tedesca Lufthansa.

 

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Da Orio si vola. L'Italia invece prende tempo, come spesso accade. Per la Farnesina il rischio non è tale da interrompere i collegamenti con il Mar Rosso. E qui nasce il paradosso: Easyjet, obbedendo a Londra, ha sospeso la rotta. Niente più voli da Malpensa. Si riporteranno a casa i 180 italiani con biglietto di rientro, poi stop almeno fino al 12 novembre. Da Orio al Serio invece si continuerà a volare: domenica Meridiana e Neos effettueranno i voli previsti. La prima compagnia decollerà da Sharm alle 12.05 e atterrerà a Orio alle 16.50, per poi ripartire un'ora più tardi verso il Mar Rosso. La Neos si staccherà alle 7 dal Caravaggio per atterrare alle 12 in Egitto. Volo di rientro previsto per le 12.50 locali, con arrivo a Bergamo alle 16.15. Tutto regolare, insomma. Tutto come se niente fosse. D'altronde i charter da Orio per Sharm negli ultimi tempi sono sempre partiti al completo. I bergamaschi e gli italiani in generale sembrano non curarsi della tensione crescente nel Sinai, dove imperversano le bande jihadiste. I resort sono considerati sicuri, al massimo si evita di andare troppo in giro. Fatalismo, superficialità, fiducia nell'intramontabile stellone? Chissà. Certo è che la lettura del governo italiano è stata ben diversa da quella di Cameron.

 

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Londra si preoccupa, Roma no. L'unica precauzione scattata nel nostro Paese è l'aumento dei controlli: l'Enac ha raccomandato alle compagnie italiane di effettuarne anche in proprio prima dell'imbarco a Sharm. Non si sa mai. Per il resto, l'impressione è che la Farnesina non si preoccupi troppo della situazione, a differenza di Londra. Dunque delle due l'una. O noi italiani siamo troppo faciloni e un filo incoscienti, oppure gli inglesi sono esageratamente prudenti. Cameron non si è fatto scrupoli a fermare gli ingranaggi della macchina turistica pur di non esporre i connazionali al pericolo. In Italia nessuno invece si è preso la stessa responsabilità. E chi ha prenotato la vacanza, figuriamoci, partirà lo stesso. Orio ovviamente si adegua, non dipende certo dalla Sacbo decidere se si può volare o no in Egitto.

 

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La presunta immunità italiana. Pesa, forse, la cronica convinzione italica secondo cui gli estremisti islamici non metteranno mai il nostro Paese nel mirino. Un retaggio degli anni Settanta e Ottanta, quando esisteva un accordo sommerso tra Roma e palestinesi: voi non ci colpite e noi vi lasciamo muovere indisturbati. Ma i tempi sono cambiati, senza contare che già allora i patti non venivano rispettati. Nel 1985 la strage di Fiumicino e il sequestro dell'Achille Lauro dimostrarono che nemmeno l'Italia era al sicuro. In questi anni i fanatici dell'Isis ci hanno sfidato più volte e hanno sequestrato ostaggi italiani: padre Dall'Oglio non è ancora tornato. Alcuni giovani sono partiti dalle nostre città per andare a combattere in Siria agli ordini del Califfo Nero. Ricordate Fatima, la ragazzina di Inzago che si convertì e si sposò a Treviglio prima di partire per il fronte? Stupisce un po', quindi, questo prendere sottogamba una minaccia che i servizi inglesi e americani considerano fin troppo concreta e incombente su tutti. Un atteggiamento che tradisce anche una memoria corta: gli attacchi verso i militari italiani in Iraq e Afghanistan sono ancora ferite aperte. Meglio sarebbe non dimenticare e tenere la guardia alta, imparando dagli errori del passato. Anche a costo di rinunciare a una settimana sotto l'ombrellone.

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