Sarkozy rilasciato (dopo 15 ore)
Nicolas Sarkozy non è più in stato di fermo ma è iscritto nel registro degli indagati. Le accuse sono quelle di corruzione in atti giudiziari e violazione del segreto istruttorio. Martedì 1 luglio, poco prima di mezzanotte, l'ex presidente della Repubblica francese è stato trasferito dagli uffici della Polizia giudiziaria di Nanterre, dov’era entrato in stato di fermo, al Polo finanziario del Tribunale di Parigi. Le magistrate che indagano su di lui sono Patricia Simon e Claire Thépaut. Non era mai successo che un ex Capo dello Stato francese fosse posto in stato di fermo e iscritto nel registro degli indagati.
Sarkozy era arrivato a Nanterre martedì mattina, prima delle otto, e ci è rimasto per più di quindici ore insieme agli altri tre indagati dell’«affaire», il suo avvocato e amico da trent’anni, Thierry Herzog, e due alti magistrati della Corte di Cassazione, Gilbert Azibert e Patrick Sassoust, già fermati lunedì. Per ore, i quattro sono stati interrogati e messi a confronto.
La vicenda è un intreccio dei vari «affaires». Nel gennaio scorso, secondo la ricostruzione de La Stampa, i giudici hanno messo sotto controllo i telefoni di Sarkozy (che da quando è ex ha perso l’immunità) per indagare sui presunti finanziamenti di Gheddafi alla campagna elettorale del 2007. Dalle intercettazioni è emerso che Sarkozy era bene informato sui lavori dei giudici della Cassazione chiamati a sentenziare sulla liceità del sequestro delle agende di Sarkò nell’ambito di un’altra indagine su altri fondi neri, quelli che gli sarebbero stati versati dalla vegliarda miliardaria Liliane Bettencourt e per i quali l'ex presidente è stato nel frattempo prosciolto. Le agende sono assai importanti perché darebbero preziose informazioni sul comportamento di Sarkozy in un’altra vicenda su cui indaga la magistratura, il discusso arbitrato dello Stato a favore del magnate Bernard Tapie nella vicenda del crac del Crédit Lyonnais.
Secondo i giudici, Sarkozy avrebbe promesso ad Azibert, tramite Herzog, un posto di prestigio nel Principato di Monaco in cambio di informazioni sulla sua posizione giudiziaria.
Sul piano politico le reazioni sono ovviamente opposte: i socialisti invitano la giustizia «a non guardare in faccia nessuno», mentre il partito di Sarkozy, l’Ump, è diviso. I fedelissimi dell'ex capo dello Stato gridano al complotto giudiziario, ma dai due uomini forti del partito, gli ex primi ministri François Fillon e Alain Juppé, non è arrivato nessun commento.
L'affaire Sarkozy è venuto a galla perché durante le indagini gli investigatori hanno scoperto che l’ex presidente era in possesso di un secondo cellulare, registrato sotto il falso nome di Paul Bismuth, per comunicare con il suo avvocato, anch’esso proprietario di un cellulare con identità fittizia. Proprio analizzando i tabulati e le telefonate di questi due apparecchi la polizia avrebbe scoperto una rete di informatori che l’ex capo di stato avrebbe intessuto in questi anni per ricevere aggiornamenti sulle evoluzioni dei processi giudiziari che lo riguardavano. Le indagini su questo caso si erano aperte lo scorso 26 febbraio. Come riporta il Post.it l’ex presidente francese sarebbe coinvolto anche in altre inchieste. La prima per «favoritismo», al titolare della società Publifact, alla quale sarebbero stati affidati – senza gare d’appalto – i sondaggi dell’Eliseo durante la presidenza di Sarkozy. La seconda, ha a che fare con una procedura di arbitrato che sarebbe stata facilitata dall’allora ministro dell’Economia Lagarde nel governo di François Fillon, con Nicolas Sarkozy presidente. La terza inchiesta è quella chiamata l’affaire Karachi, un giro di tangenti legato alla vendita di sottomarini tra Francia e Pakistan per il quale Sarkozy potrebbe essere ascoltato come “testimone assistito”. Sarközy è nato a Parigi il 28 gennaio 1955 ed è un politico e un avvocato francese. Si è candidato con il Movimento Popolare alla più alta carica della Repubblica francese nelle elezioni del 22 aprile 2007, dove ha raccolto al primo turno 11.448.663 voti (31,18%). Ha successivamente vinto il ballottaggio del 6 maggio contro la candidata del Partito socialista Ségolène Royal, ed è stato così eletto presidente della repubblica francese con oltre il 53,06% dei voti. Si è riproposto per un secondo mandato alle elezioni del 2012 ma è stato battuto al secondo turno dal candidato socialista François Hollande, che ha raccolto il 51,6% delle preferenze.