Niente più cura del verde pubblico

No agli immigrati "giardinieri" La mozione leghista in Regione

No agli immigrati "giardinieri" La mozione leghista in Regione
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Foto di Mario Rota

 

“Prima i lombardi” pare essere il nuovo motto della Lega in quel di Palazzo Lombardia. Il Carroccio, infatti, nell’ultimo Consiglio regionale ha presentato una mozione che ha ottenuto trentaquattro voti a favore, trentadue contrari e un solo astenuto e che vuole impedire ai Comuni di impiegare volontariamente, cioè senza sborsare un euro, i rifugiati e i richiedenti asilo nella cura del verde pubblico. La norma non è ancora passata perché deve ottenere l’ok definitivo dalla Giunta, ma è un passaggio soltanto formale, visto che l’assessore al Verde e all’Agricoltura di Regione Lombardia, Fabio Rolfi, ha già annunciato che «la Giunta è convintamente favorevole alla mozione».

 

 

Ma da cosa nasce, questa proposta? La spiegazione l’ha fornita la prima firmataria, la leghista Federica Epis: «Data la crisi economica, molti lombardi sono in cerca di lavoro, anche saltuario, per mantenere se stessi e le proprie famiglie». In sostanza, l’impiego di rifugiati e richiedenti asilo in queste attività toglierebbe lavoro agli italiani. Pardon, ai lombardi. «Sfido qualunque sindaco a trovare i soldi per far tirare via le erbacce dal cimitero. Chi li ha? I bilanci dei comuni sono sempre in rosso, ormai», ha commentato a La Stampa il sindaco di Barghe (Brescia), Gian Battista Guerra. «L’impiego di questi ragazzi, che non ha alcun costo per l’amministrazione, ha dato buoni frutti - ha spiegato, sempre a La Stampa, Michele Zanardo, primo cittadino Villanuova sul Clisi, sempre nel bresciano -. I cittadini sono sollevati dal non vedere queste persone a bighellonare per strada e, allo stesso tempo, i dieci ragazzi hanno la possibilità di imparare a gestire i rapporti interpersonali e di apprendere un mestiere, anche in vista della loro uscita dal centro di accoglienza straordinaria».

Oltre al problema dei costi, però, ce n’è un altro, forse ancor più rilevante: sono pochissimi i lombardi desiderosi di fare questo mestiere. Lo dimostra proprio Bergamo. Alcuni giorni fa, infatti, il Comune...

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 3 di BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 15 novembre. In versione digitale, qui.

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