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Quello di Monguzzi fu omicidio, non legittima difesa: lo dice anche il tribunale di Brescia

I giudici bresciani hanno confermato la condanna di Belotti a 14 anni. Nelle trenta pagine allegate confermano quanto detto in primo grado

Quello di Monguzzi fu omicidio, non legittima difesa: lo dice anche il tribunale di Brescia
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Nelle trenta pagine di motivazioni della Corte d'assise d'appello di Brescia, che il 20 settembre ha confermato la condanna per omicidio volontario con dolo eventuale in primo grado a 14 anni per Vittorio Belotti, i giudici bresciani non si sono discostati dal processo celebrato a Bergamo. R ripercorrendo i fatti avvenuti il 30 ottobre 2022 che portarono alla morte del centauro Walter Monguzzi, confermano gli orientamenti del primo grado.

Le richieste della difesa

Gli avvocati di Belotti avevano impugnato la decisione del tribunale di primo grado, sostenendo che «non sono ravvisabili gli estremi e i presupposti del dolo di omicidio, nemmeno sotto il profilo del dolo eventuale, chiedendo «la non punibilità per legittima difesa, l'eccesso colposo di  legittima difesa, configurare il reato in omicidio preterintenzionale escludendo l'aggravante dei futili motivi e, di conseguenza, togliendo l'aggravante da ergastolo consentire il rito abbreviato con lo sconto fino a un terzo della pena».

Confermata la lettura dei fatti

La Corte di Brescia ha invece escluso la legittima difesa. Quando tra Monguzzi, sulla sua moto, e Belotti, in auto, è scattata la lite, fu quest'ultimo a «porre in essere, di propria iniziativa, unilateralmente, una aggressività crescente e non giustificata» verso il primo, «non risultando mai minimamente spaventato» o intimorito. «In ogni caso, tratterebbesi di una reazione assolutamente spropositata, superante, incontestabilmente, la necessaria proporzione tra difesa e offesa».

Su Belotti i giudici scrivono: «Egli consapevolmente accettò, senza mezzi termini, la possibilità del fatale evento, quale conseguenza del proprio articolato, intenzionale, malevolo comportamento, in quelle specifiche condizioni di tempo e di luogo, che lo videro protagonista consapevole della vicenda, per più lunghi minuti»

 

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