Di nuovo in aula

No della Corte d'Appello ad ammettere come prove due interviste tv di Antonio Tizzani

Oggi (27 maggio) prima udienza del secondo grado di giudizio per l'omicidio di Gianna Del Gaudio. In primo grado, il marito della donna era stato assolto

No della Corte d'Appello ad ammettere come prove due interviste tv di Antonio Tizzani
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La sentenza di primo grado era stata chiara: Antonio Tizzani è stato assolto, ormai quasi un anno e mezzo fa, per non aver commesso l’omicidio della moglie, l’insegnante Gianna Del Gaudio; contestualmente, era stato assolto anche dalle accuse di maltrattamento perché il fatto non sussiste.

Tuttavia, la pm Laura Cocucci, che ne aveva chiesto l’ergastolo, ha impugnato la sentenza e dall’accusa è arrivata anche la richiesta di prendere in considerazione come prove due interviste rilasciate in tv da Tizzani nel 2016 e nel 2017. Richiesta rigettata dalla Corte, che nella prima udienza del processo di Appello, svoltasi oggi (venerdì 27 maggio), ha invece acconsentito a risentire l’imputato e 11 testimoni dei 16 richiesti dalla difesa e già sentiti in primo grado.

Antonio Tizzani e Gianna Del Gaudio

I processi vanno avanti con i ritmi della giustizia italiana, mentre il delitto della donna, sgozzata nella 26 e il 27 agosto del 2016 nell’abitazione in via Madonna delle Nevi a Seriate, dove abitava con il marito, rimane ancora senza un colpevole. Cosa sia successo in quelle ore non è ancora chiaro, e se Tizzani ha parlato di aver visto un individuo misterioso e dal volto coperto maneggiare con la borsetta della moglie, capire le dinamiche esatte degli avvenimenti risulta tutt’oggi complesso. Il punto sul quale accusa e difesa si sono arrovellate e continuano a scontrarsi sta nel materiale genetico trovato sull’arma del delitto e riconducibile ad Antonio Tizzani.

La difesa sostiene la tesi del trasferimento accidentale del dna da un sacchetto di mozzarelle presente sulla scena del delitto o di una possibile contaminazione a livello laboratoriale; per l’accusa, la presenza del dna sul cutter rappresenta invece la prova incontrovertibile.

Il Procuratore generale ha chiesto un nuovo confronto tra carabinieri del Ris di Parma, che avevano svolto l’esame, e il consulente genetico della difesa. Giovanna Agnelli, avvocato di Tizzani, non si è opposta al confronto, pur ritenendolo ininfluente sulle conclusioni del Ris e del consulente. La relazione dei militari del Ris, il tenete colonnello Alberto Marino e il maresciallo Dario Cappati e quella del consulente Giorgio Portera, si svolgerà nella prossima udienza fissata per il 10 giugno.

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