Allo Stadio Comunale di Bergamo è successo di tutto. Il calcio regala grandi emozioni e anche se ogni tanto ci sono momenti in cui un risultato bugiardo ti brucia parecchio, è giusto fermarsi a ripensare ai 90 minuti e ribadire con orgoglio: l’Atalanta è una squadra meravigliosa. Dopo la gara con la Juventus, lo stadio orobico ha riabbracciato quel gruppo di ragazzi che per due mesi ha fatto faville, sperando in un ritorno alla vittoria. È andata male solo nel risultato, la prestazione è stata da urlo e i tifosi, dopo aver applaudito il tecnico avversario Gigi Delneri, se ne sono andati consapevoli di aver visto una squadra bellissima.

Il sabato della Curva e l’attesa del match. Il fine settimana della Curva Pisani è iniziato sabato sera con la cena al Covo di Campagnola. Gli ultras nerazzurri hanno organizzato la consueta mangiata natalizia (oltre 700 persone presenti) e, tra un coro e l’altro, l’entusiasmo è arrivato alle stelle. Di immagini e video non ce ne sono molti ma chi c’era racconta un’euforia contagiosa di chi ogni domenica allo stadio (in casa) e davanti alla tv (quando la squadra gioca in trasferta) vive la passione per l’Atalanta senza freni. Dopo aver fatto le ore piccole salutando la dirigenza nerazzurra, il papà di Yara Gambirasio e i genitori di Stefano Cucchi, i tifosi atalantini si sono preparati all’importantissima sfida interna contro l’Udinese. I cancelli del Comunale sono stati aperti alle 13 e, nonostante la giornata fredda, il colpo d’occhio all’interno del catino di Viale Giulio Cesare era di quelli dei giorni migliori. Oltre 5000 paganti per una sfida contro l’Udinese certificano il grande momento di passione che si continua a respirare in città.
Il ritardo, lo scotch e un fantastico primo tempo. Mentre la Curva Pisani regalava spettacolo con palloncini, bandiere e striscioni, lo stadio aspettava in silenzio l’arrivo delle squadre. Il ritardo ha toccato i 5 minuti e dopo un paio di inquadrature tutto era chiaro: il direttore di gara Maresca di Napoli ha costretto l’Udinese a modificare le divise sulla schiena con del nastro adesivo onde evitare si confondessero con quelle dei nostri. Il fischietto partenopeo ha ritenuto le due maglie difficilmente distinguibili da dietro e ha chiesto di trovare una soluzione. Finalmente, poi, si è partiti. Una volta in campo, l’Atalanta ha iniziato a “dipingere” il gioco nemmeno fosse Picasso con davanti una tela candida e la gente ha assistito sbigottita ad un mitragliamento in piena regola. Dalle parte di Karnezis, Gomez e compagni hanno creato pericoli per circa 44 minuti, con 6 palle gol nitide che hanno fatto sgranare gli occhi a tribuna e Curva. Un paio di cori inneggianti all’Europa («Che bello è, ritornare in Europa, e tornare in trasferta, a veder l’Atalanta!») hanno fatto da colonna sonora ad una dimostrazione di superiorità da far spellare le mani.
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Il gol di Zapata, il ritorno in campo e l’immediato pareggio. Quasi al tramonto di un primo tempo dominato in lungo e in largo, gli appassionati bergamaschi presenti allo stadio hanno dovuto ingoiare un amarissimo boccone. Grazie allo schema “3R” (triplo rimpallo) l’Udinese ha casualmente insaccato il gol del vantaggio con Zapata e negli occhi di tutti i presenti allo stadio si è subito fatta largo una spiazzante incredulità. Durante l’intervallo, mentre un paio di ragazzi cercavano fortuna con i calci di rigore a porta vuota organizzati da OrioCenter, si aspettava il ritorno in campo delle squadre. Quando Gomez e compagni sono spuntati dal tunnel è partito un applauso forte e sincero che aveva un solo significato: ragazzi, noi siamo qui e ci crediamo. La squadra ha dimostrato di aver assimilato la carica positiva dello stadio e nemmeno due minuti dopo il calcio d’inizio di Petagna, Gomez ha crossato per Kurtic che ha fatto 1-1.

L’illusione, la sconfitta e l’applauso a Delneri. Il pareggio ha caricato tutti, lo stadio credeva nel successo. La doppia occasione sfiorata (quasi autorete di Widmer e deviazione in ritardo di Conti) dava fiducia nonostante un calo fisico e una squadra avversaria rimpinzata di punte dal “Baffo di Aquileia”. Ad un certo punto, però, Fofana ha insaccato sotto la traversa il gol dell’1-2 e mentre sullo stadio calava una nebbia gelida è arrivato pure il gol del definitivo 1-3 firmato Thereau. Al fischio finale, il pubblico ha applaudito i giocatori atalantini che lasciavano il campo. Ma se questa è una scena che si era già vista anche in passato, è giusto sottolineare come la gente dell’Atalanta, anche nei giorni in cui il sorriso non accompagna il risultato del campo, ricorda il passato e dice grazie. Mentre Thereau parlava a Sky, Delneri si stava dirigendo negli spogliatoi e la Curva, seguita dai tifosi ancora sulle tribune, lo ha salutato con un grande applauso. Il tecnico friulano ha risposto senza proferire parola, ma i suoi occhi hanno detto tutto.