Un video diventato virale

«Non ci si vanta di una bocciatura» La sfuriata del sindaco al bimbo

«Non ci si vanta di una bocciatura» La sfuriata del sindaco al bimbo
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Da quanto tempo non ascoltavamo un adulto cantarle senza timori e senza complessi ad un ragazzino? Scene d’altri tempi, quando papà, zii e nonni invece di cavarsela sempre facendo gli amiconi, sapevano raddrizzare la schiena dei loro figli o nipoti. È successo a Cerignola, provincia di Foggia, dove il sindaco Franco Metta, uomo fortunatamente sopravvissuto ad un’altra epoca, prima dell’inaugurazione di un parco destinato ai ragazzini della locale scuola san Giovanni Bosco, se l’è presa con un ragazzino che si vantava di essere stato bocciato. Un piccolo gradasso uscito fuori dai binari, viste le circostanze.

Dall'alto, ovvero essere adulti. Il video, filmato con un cellulare e postato su Facebook, ha avuto circolazione virale, suscitando le reazioni più disparate. Ma gli indignati nei confronti del sindaco hanno nettamente prevalso rispetto a chi lo ha difeso. Ora, se vediamo il video, oltre a delle parole incomprensibili, dato che sindaco e bambinetto parlano in dialetto stretto, notiamo soprattutto un adulto con i capelli bianchi e dalla corporatura magra che ad un certo punto rompe il protocollo e si rivolge a qualcuno che sta più in basso. Gesticola, parla ad alta voce e non si dà pace sino a che ha ottenuto quel che voleva: una promessa da parte di quel discolaccio.

Se esaminiamo le immagini notiamo un modo di porsi a cui oggi non siamo più abituati, in questa stagione di accondiscendente e stupido buonismo. Oggi un adulto quando deve dire qualcosa ad un ragazzino non lo guarda più dall’alto: si china sulle ginocchia e si mette alla sua altezza. Modi di fare che già fotografano una defaillance educativa. Il sindaco invece impone la sua autorità, dominando fisicamente il ragazzino, incutendo anche fisicamente un po’ di sano timore. Un adulto è un adulto, nel senso che è più grande. Se si rinuncia a questa elementare differenza fisica, si smette di essere adulti.

Senza prendere in disparte, essere ascoltati. In secondo luogo, il sindaco non prende da parte il bambinetto. Come lui aveva fatto lo sbruffone davanti a tutti, vantandosi della propria bocciatura, così Franco Metta lo sfida nella stessa arena che lui aveva scelto. Cioè l’arena pubblica. Se ha coraggio delle proprie ragioni, spieghi a tutti perché è un vanto essere bocciato. «A scuola si studia altrimenti sempre nu trimone (uno scemo, ndr) rimani. Quando ricomincia la scuola voglio sapere che ci vai e che studi, altrimenti vengo a casa tua e ti vengo a spezzare entrambe le gambe. Guardami in faccia, me lo prometti? Avete sentito?». Ovviamente il bambinetto prima ha abbozzato una replica cercando di reggere il tono da teppistello, poi ha battuto in ritirata. Risultato, ha sussurrato la promessa e per tutta la durata della cerimonia se n’è rimasto al fianco del sindaco, senza dire una parola. Evidentemente aveva trovato qualcuno cui prestare ascolto.

Sapere da che parte stare. Altri dettagli completano la scena. Una bambinetta che alza una timida protesta contro la severità del sindaco: evidentemente anche per lei il rimprovero da parte di un adulto è esperienza ignota. L’altro dettaglio è il sacerdote, arrivato a benedire il nuovo parco, che guarda la scena a metà tra l’imbarazzo e il non saper che parte prendere. Ma chi educa deve sempre saper da che parte stare. Don Milani sapeva da che parte stare: da quella dei ragazzini, dicendo loro la verità, non edulcorandola. Se non studi resterai sempre un ultimo.

Nota bene finale. Nel tweet con cui il sindaco annunciava l’inaugurazione del parco, ha infilato un bell’errore di italiano: “lo consegnamo ufficialmente ai bimbi della Terra Vecchia”. Sindaco, si scrive “consegniamo”, con la “i”. Bocciato pure lei…

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