In vista di Benevento-Atalanta

Nella corsa all'Europa, Gasp sfodera Barrow

Nella corsa all'Europa, Gasp sfodera Barrow
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Secondo tempo

A differenza del primo tempo, la ripresa è ricchissima di occasioni. E a dominare è l'Atalanta. Innanzitutto i cambi: Gasp toglie Petagna e e Mancini e inserisce Barrow e Castagne. Ed è proprio Barrow, al 48', a raddoppiare: de Roon ruba un gran pallone sulla trequarti campo avversaria e dà palla a Barrow, che dal limite, solo soletto, piazza un gran destro. È la sua prima rete tra i grandi. Al 54' i nerazzurri vanno vicinissimi al terzo gol con Masiello, che sugli sviluppi di un corner non riesce a spingere in rete una palla invitante a pochi centimetri dalla riga. Il Benevento si rivede al 63' con una punizione dal limite di Viola, ma la palla è alta. Due minuti dopo, in contropiede, Gosens viene abbattuto mentre stava entrando in area dal lato sinistro. L'arbitro assegna la punizione dal limite, ma il Var dice che è rigore. Dal dischetto, come contro la Spal, ecco de Roon, che però scivola proprio al momento dell'impatto con il pallone e calcia alle stelle. La disperazione del Gasp dura giusto pochi istanti: al 67', il Papu si traveste da Messi, si beve tre difensori giallo-arancioni e, a tu per tu con Puggioni, non sbaglia, chiudendo di fatto i giochi. Il resto della partita, infatti, è poca cosa: Cristante e Barrow cercano il poker senza successo (78' e 80'), mentre il Benevento attacca a testa bassa ma senza ordine e senza trovare mai il guizzo giusto. Dopo quattro minuti di recupero, l'arbitro fischia la fine. Vittoria fondamentale per l'Atalanta, che condanna quasi matematicamente i campani alla retrocessione.

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Primo tempo

Ritmi blandi in avvio, con le due formazioni che si studiano. È il Benevento il primo ad accelerare, con Diabate che al 6' cambia gioco per Venuti, cross in mezzo per Brignola che viene anticipato sul secondo palo. L'Atalanta non riesce a sfondare ed è ancora Diabate a provarci al 10'. Chiuso in area l'attaccante maliano, sulla ribattuta ci prova Lombardi, che però spara alto sopra la traversa. Al 18', all'improvviso, la partita si accende: prima ci prova il Papu con un destro di potenza da fuori, ma para Puggioni; un minuto dopo risponde Diabate, ben servito da Brignola, ma il suo pallonetto (quasi a imitare il primo dei due gol segnati al Sassuolo domenica) è alto; al 20' è Hateboer a calciare da fuori, ma Puggioni in tuffo blocca in due tempi. La Dea è cresciuta e appena sessanta secondi dopo imbastisce la bellissima azione del vantaggio: Petagna, al limite dell'area, controlla il pallone spalle alla porta e con la coda dell'occhio vede l'inserimento di Cristante, che riceve e si trova a tu per tu con l'estremo difensore campano. Invece che tirare, però, il 4 nerazzurro scarica benissimo in mezzo per l'accorente Freuler, che deve solo appoggiare a rete lo 0-1. Bellissima rete. Al 23' risponde il Benevento, con Brignola che salta bene Masiello e tenta il sinistro a giro, ma para Berisha. Al 29', invece, l'Atalanta si divora il raddoppio: nde Roon recupera, Petagna in contropiede cerca Cristante ma la palla è lunga di pochissimo. Peccato. Il Benevento trova un nuovo equilibrio e diventa più pericoloso nell'ultimo quarto d'ora di tempo, senza però mai creare veri pericoli alla porta difesa da Berisha. Il primo tempo si chiude dunque con i nerazzurri in vantaggio.

 

 

Le formazioni

C'è il sole in questo tardo pomeriggio di metà aprile in quel di Benevento. E qui, allo stadio Vigorito, l'ultima in classifica ospita l'Atalanta di Gasperini, alla ricerca di tre punti fondamentali per la corsa verso la seconda qualificazione consecutiva in Europa League. Sono tante le assenze per il tecnico nerazzurro, a partire da Ilicic e Spinazzola ai box, passando per Toloi squalificato. Nonostante questo, l'imperativo è vincere. Ma ecco le formazioni scelte dai due allenatori:

Benevento (3-4-3): Puggioni; Billong, Djimsiti, Tosca; Lombardi, Viola, Del Pinto, Venuti; Brignola, Diabaté, Parigini. All.: De Zerbi.

Atalanta (3-4-1-2): Berisha; Mancini, Caldara, Masiello; Hateboer, de Roon, Freuler, Gosens; Cristante; Petagna, Gomez. All.: Gasperini.

 

 

La conferenza di Gasperini
di Fabio Gennari

Sorridente, sereno e convinto che tutti i giochi siano ancora apertissimi. Gian Piero Gasperini, alla vigilia della partenza per Benevento, ha parlato in conferenza stampa della sfida con l’ultima in classifica e nonostante le assenze il condottiero di Grugliasco guarda avanti con la consapevolezza che i punti in palio sono pesanti.

 

 

Attenzione al Benevento. «Io non conosco partite scontate, non capisco perché ogni tanto escono discorsi di questo tipo. Ogni domenica, soprattutto in questa fase della stagione, si vedono risultati che confermano il grande equilibrio che regna la Serie A. Le prestazioni del Benevento in questo momento sono buone, basta guardare le loro ultime uscite: nulla è scontato. Dev’essere chiaro a tutti».

Gara da vincere. «Noi dobbiamo vincere delle partite, solo con i pareggi vai poco avanti. Ma le difficoltà ci sono per tutti e noi cerchiamo di vincere sempre e contro tutti. Ci abbiamo provato anche con l’Inter e a Ferrara. Poi ovvio, ci servono delle vittorie per arrivare al nostro obiettivo, e cercheremo di ottenerle già a partire da domani sera».

Le tante assenze. «Ilicic è fuori, Spinazzola anche, così come altri. E nessuno mi pare vicino al recupero tranne Toloi che è fuori per squalifica. Siamo arrivati in un momento decisivo con tante partite e qualche infortunio pesante che causa assenze lunghe. Se salti due settimane con tre partite, fanno sei gare senza tante alternative. Nulla di lungo e di irrecuperabile, ma è comunque fastidioso. Nonostante le assenze, adesso dobbiamo stringere i denti e cercare di fare il massimo con quelli che ci sono. Non ci è mai capitato durante l’anno, ora invece è accaduto. Gollini per Berisha? No, perché Berisha sta facendo bene e Gollini non è nemmeno al top».

Il pari con l’Inter. «Con l’Inter abbiamo fatto molto bene e potevamo andare avanti: è un gran punto anche se non sono mica tanto d’accordo con chi dice che abbiamo fatto un tempo per uno. Per me, noi abbiamo giocato meglio e con più pericolosità. Ora però guardiamo avanti e cerchiamo di conquistare più punti possibili, i risultati di domenica confermano che siamo tutti in corsa e quindi sotto con il lavoro. Questa gara ci deve dare forza, così come quella di Ferrara: con Inter, Spal e Samp abbiamo raccolto molto poco per quanto invece abbiamo prodotto in campo. Conta ripartire, guardando avanti».

 

 

Handanovic e Donnarumma. «Hanno fatto due grandi parate perché sono due grandi portieri. Noi sappiamo però che se riusciremo a rispettare un certo cammino in termini di risultati possiamo stare dentro alle posizioni valide per una qualificazione europea. Tabelle? Non è questione di farne o meno, se facciamo punti, visti anche gli scontri in programma, è chiaro che possiamo farcela. Tutti vorrebbero fare 18 punti in sei giornate, ma non sarà possibile e quindi vediamo cosa viene fuori».

Petagna, Cristante e Barrow. «A centrocampo siamo forti, stiamo facendo bene e quindi non voglio cambiare. Cristante è un elemento duttile che può fare tante cose e con il rientro di Petagna abbiamo un’alternativa in più davanti. Barrow ha fatto molto bene, sono molto contento di lui e certamente è una soluzione da valutare bene. Dall’inizio o a gara in corso è da vedere, giochiamo domani e poi domenica con il Torino quindi contano i minuti e non quando li fai. Anche avere Cornelius è importante, questa cosa mi regala grande fiducia, nei finali di gara magari si fa più fatica e avere delle alternative è fondamentale. Poi a volte si entra bene e altre invece male, può capitare».

L’avversario. «Lo scopriremo domani sera, ma sono insidiosi, fanno gol e giocano a calcio. Nonostante la classifica provano a fare qualcosa di propositivo e rispetto al girone di andata ha cambiato molto. Stanno facendo bene anche perché, magari, non hanno grandi pressioni, ma di certo le partite più aperte sono anche più giocabili. I rischi li corri anche se gli altri sono molto chiusi, pensiamo solo a fare la nostra partita».

Tre gare decisive. «Non possiamo fare questi ragionamenti, tutti vogliono fare il massimo però ogni partita è diversa. E i risultati del campo sono a dimostrare proprio questo. Andiamo dentro e giochiamo, i risultati tante volte condizionano le aspettative e i giudizi: puoi trovare uno che non ha obiettivi ma gioca alla grande piuttosto che qualche altra formazione che invece è in difficoltà. Ci servono vittorie e punti, adesso manca sempre meno e quindi ogni movimento che ottieni in classifica può essere molto importante. Un filotto può diventare decisivo».

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