Non erano fibre di vetro impregnate, ma materiale soggetto ad antidumping. Scatta la sanzione
I funzionari dell’«Agenzia delle accise, dogane e monopoli» non si sono fatti ingannare e hanno spedito le tre tonnellate di materiale al laboratorio di Milano che ha confermato i loro sospetti
L’occhio attento dei funzionari dell’«Agenzia delle accise, dogane e monopoli» con sede a Levate ha capito che qualcosa non andava. Quelle che all’atto dalla spedizione erano state dichiarate dall’importatore come fibre di vetro impregnate, materiale usato prevalentemente in ambito ortodontico, si sono rivelate essere una merce diversa, nonché soggetta a dazio antidumping. Lo hanno rilevato con certezza le analisi condotte dal laboratorio chimico di Milano al quale erano state mandate le più di tre tonnellate del materiale che aveva destato i sospetti dei funzionari. Trattandosi di merce antidumping verrà applicata una sanzione amministrativa che potrebbe andare da un minimo di 15 mila a un massimo 30 mila euro. A questa si aggiunge un recupero tributi per circa otto mila euro. Con il temine dumping si intende l'esportazione di beni ad un prezzo inferiore rispetto a quello praticato nel paese d’origine. Per determinare il margine di dumping si fa riferimento alla differenza tra il prezzo del bene praticato sul mercato estero ed il prezzo del bene nel paese d’origine. Nel caso delle tre tonnellate di quelle che fibre di vetro impregnato non erano, arrivate da Taiwan, l’aliquota del dazio antidumping dovuto è arrivato a sfiorare i 99,7%.