Uno studio sul cervello

Non riuscite proprio a concentrarvi? Tranquilli, è tutta colpa dell'inverno

Non riuscite proprio a concentrarvi? Tranquilli, è tutta colpa dell'inverno
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Fate fatica a concentravi e basta un nonnulla perché la vostra mente evada verso qualche cosa di più piacevole? È normale, siamo in inverno! Eh già, proprio così. Secondo un recente studio condotto dall’Università di Liegi, in Belgio, e pubblicato sulla rivista Pnas, Proceedings of the National Academy of Sciences, le stagioni non solo influenzerebbero l’umore e le difese del sistema immunitario, come è già stato ampiamente dimostrato, ma anche alcune capacità neuronali.

 

 

Ad ogni stagione il suo compito. Se dovere dedicarvi a mansioni e iniziative che richiedano capacità di attenzione, meglio che rimandiate di qualche mese. A giugno vi riusciranno alla perfezione, mentre ora rischiereste di ottenere sempre un buon risultato impiegandoci però il doppio del tempo. Dunque è il momento di stare in letargo? Affatto, ma potete optare per tutto ciò che necessiti abilità mnemoniche e di ripetizione, perché i neuroni, per queste competenze, in inverno, sono al massimo della loro efficienza. A consigliare la ripartizione mentale dei compiti, nel rispetto di una stagionalità cerebrale, sono alcuni ricercatori belgi, dopo aver condotto un esperimento originale e curioso su un piccolo numero di volontari ventenni, ripetuto in tutte e quattro le stagioni dell’anno.

L’influenza ambientale conta, e molto. Potrebbero essere riassunte così le prime conclusioni dello studio belga che ha osservato le reazioni cerebrali di fronte a vari compiti, in differenti stagioni, per valutarne efficienza e rendimento, arrivando a scoprire qualche cosa di innovativo. Ovvero che il cervello è sensibile alla bella e alla brutta stagione, come l’umore, ed è soggetto all'alterazione delle sue capacità. 28 volontari sono stati chiusi in un laboratorio, senza possibilità di contatto con il mondo esterno, in modo da essere lontani ad ogni influenza ambientale, alla luce del sole in particolare, per quattro giorni e mezzo, in primavera, estate, autunno e inverno.

 

 

In ogni occasione, dopo aver subito quindi una alterazione del ritmo sonno-veglia, tutti i partecipanti alla ricerca sono stati sempre sottoposti a una batteria di test, fra cui anche una scansione dell’attività cerebrale, mentre completavano un compito che richiedeva attenzione prolungata e una mansione che necessitava invece di una forte componente mnemonica. Cosa ne è emerso? Che gli esiti delle prestazioni in entrambi i tipi di test, durante l'anno, erano invariati in ciascun individuo, ma che invece le risorse cerebrali impiegate per portarli a termine variavano a seconda dei mesi in cui il compito o le attività venivano svolte.

Un'ipotesi tutta da scoprire. Il perché di questo fenomeno non è ancora chiaro alla scienza, che cercherà però di scoprire come mai le stagioni possano influenzare i processi biologici. Ancora prima di arrivare a conclusioni certe, gli esperti già si sentono di potere affermare che durante l'equinozio di primavera, cioè a partire da marzo e con picchi massimi in estate, il cervello utilizzi al meglio le sue capacità di attenzione, mentre nel corso dell'equinozio di autunno dia il meglio di sé per la memoria. Adesso sapete come e che cosa vi conviene programmare per la stagione mentale primavera-estate 2016, rendendo al 100 percento delle vostre capacità.

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