Non voleva che gli mettessero una divisa e lo spedissero al fronte: così, si è finto un rumeno e, con dei documenti falsi, si era rifatto una vita qui, a Bergamo. A svelare l’inganno è stato però un tamponamento e, da quel momento, tutto è cambiato e si è arrivati al processo in Tribunale.
Documenti e nome falso
I riverberi della guerra in Ucraina arrivano fino a noi e a rispondere del reato è stato A. Z., 26enne ucraino in Italia con la famiglia da quando ne aveva 20. Il giovane, come riportato oggi (mercoledì 19 novembre) dal Corriere Bergamo, aveva trovato un lavoro ottenendo un contratto da idraulico per una ditta di Azzano San Paolo, davanti alla quale lunedì 17 novembre è stato arrestato dopo un controllo dei documenti, risultati contraffatti.
A. Z., infatti, pagava un’affitto, possedeva una macchina e versava regolarmente i contributi all’Inps. L’unico problema è che figurava, su patente e carta d’identità, con un nome diverso e la nazionalità rumena. In passato, era stato denunciato perché aveva accompagnato un amico a comprare una pistola falsa in un parco.
L’inganno svelato da un incidente
Lo scorso 26 settembre, era rimasto coinvolto in un incidente di modesta entità sull’autostrada A4 e un agente della stradale, quando gli ha chiesto i documenti, ha avuto un dubbio quando ha notato che non aveva spostato, dopo sei anni, la residenza dalla Romania nel nostro Paese. In seguito a verifiche dell’ambasciata, si è quindi appurato che la persona il cui nome era indicato sulla carta in realtà non esisteva.
Agenti in borghese lo hanno quindi atteso fuori dall’impresa dove lavorava, gli hanno chiesto la patente e, accertatisi che era falsa, lo hanno arrestato. Al processo per direttissima ha patteggiato sedici mesi, con pena sospesa. Ha dichiarato di averlo fatto perché non voleva fare il militare e rischiare di andare a combattere. Non sarà costretto a tornare in Ucraina e, attraverso il suo avvocato, potrà chiedere la protezione internazionale.