Una carrellata di bufale

Cinque notizie che non lo erano Tante riguardano Charlie Hebdo

Cinque notizie che non lo erano Tante riguardano Charlie Hebdo
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1. La copertina di Charlie Hebdo che insulta l'Italia

Nelle ore successive al terribile attentato di Parigi, si sono diffuse nsui social network una serie di copertine irriverenti pubblicate dal settimanale Charlie Hebdo; molte di queste sono state utilizzate per dimostrare che gli obiettivi della satira estrema del giornale francese non erano solo i musulmani, ma anche cattolici ed ebrei.

Tra le tante vignette ha avuto moltissime condivisioni quella che compara l'Italia ad uno stivale composto di escrementi, attorniata di mosche, e con una scritta che toglie ogni dubbio: «Italie Merde!». È stata la copertina che forse più di tutte ha sollevato polemiche, non essendo attaccato in maniera ironica un simbolo, ma l'intera nazione, senza inoltre far intendere le motivazioni di tale rappresentazione.

La prima persona a condividere l'immagine l'aveva accompagnata a questo commento: «Tutti pronti a difendere Charlie Hebdo, ma ecco cosa pensavano dell’Italia», ma poche ore dopo ha confessato: «Sapete la cosa più divertente? Che l'ho fatta io». Le motivazioni di questo scherzo vengono spiegate dallo stesso autore: «La mia è satira nei confronti di tutti quelli che da qualche giorno si sono magicamente scoperti amanti di Charlie Hebdo e difensori della satira. Gente esaltata che sull’onda dell’indignazione popolare vede una str... fatta in 5 minuti con Paint (un software di grafica molto basilare, ndr) e non perde nemmeno due secondi a verificare se sia vero o no, ma si affretta a sparare sentenze a caso, a giudicare e pontificare».

 

 

2. La vignetta di Bansky che si schiera con Charlie Hebdo

Lo scorrere delle cruente immagini dell'assalto alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo sono state alternate alle dimostrazioni di sostegno di molti artisti e attivisti; addirittura il gruppo Anonymous, composto da hacker, ha dichiarato una guerra informatica contro i sistemi utilizzati dai fondamentalisti islamici.

Tra le più toccanti e significative opere dedicate alla tragedia, c'è stata una vignetta attribuita all'artista re della street-art, Banksy, la cui identità è sconosciuta. L'immagine mostrava una matita che, una volta spezzata, acquistava una seconda punta per poter disegnare ancora, a simboleggiare la decisione e l'intoccabilità della libertà di espressione, valore universale di ogni uomo. Un portavoce di Banksy ne ha però smentito la paternità, assicurando che non si trattava di un’opera del writer inglese. Pare infatti sia stata diffusa da un account fasullo su Instagram, non esistendo infatti un account ufficiale dell'artista. La vera autrice si è rivelata essere l'illustratrice francese Lucille Clerc, che ha pubblicato la sua opera tramite il suo profilo Twitter con il seguente messaggio: «Spezzane una, migliaia ne rinasceranno».

 

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3. Le magliette del Paris Saint Germain in onore di Charlie Hebdo

Nel susseguirsi di iniziative più o meno reali, molti giornali (noi compresi) hanno pubblicato una fotografia che mostrava le magliette della squadra di calcio parigina, il Paris Saint Germain, con la scritta “Charlie” al posto dei nomi dei calciatori. Secondo quanto riportato, la partita svoltasi pochi giorni dopo contro il Bastia, avrebbe visto i calciatori del Psg con questa divisa particolare, per sottolineare la vicinanza di società ed atleti alla redazione colpita dall'attentato. La partita, giocata in trasferta, ha però visto la squadra in campo con la seconda maglia, di colore bianco e non blu, ed i nomi dei calciatori erano tutti corretti, senza nessun riferimento all'attentato né al settimanale satirico.

In realtà, in maniera totalmente opposta, il Psg è stato oggetto di diverse critiche, soprattutto per la scelta di modificare la Home Page del proprio sito web, aggiungendo la scritta “Je Suis Charlie” soltanto nella versione europea, cinese ed americana, lasciando invece invariate le pagine visualizzate in Indonesia e nei Paesi arabi. Non bisogna scordare che il club è di proprietà di Nasser al-Khelaifi, qatariota e musulmano praticante,  ed è quindi probabile che abbia preferito non esporsi almeno in patria, dove non è mistero che ci fossero grandi malumori nei confronti delle vignette incriminate. I tifosi del Bastia hanno addirittura esposto un durissimo striscione, attaccando proprio il presidente e la dirigenza del club: «Il Qatar finanzia il Psg ed il terrorismo».

 

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4. Zara regala 400 gift card da 500 euro

Tra domenica e lunedì hanno iniziato a diffondersi in maniera capillare sui social i messaggi, soprattutto di ragazze, che si iscrivevano ad un evento organizzato da Zara, mettendo in palio 400 o 450 buoni regalo del valore di 500 euro ciascuno. Per partecipare all'estrazione era necessario aderire (virtualmente) all'evento su Facebook, invitare dieci amiche, e scrivere un messaggio sulla bacheca dell'evento stesso ringraziando Zara.

Il concorso, come prevedibile, è un falso, ed è paragonabile ad altre truffe spiegate le scorse settimane, create utilizzando indebitamente i marchi di McDonald's e Ikea per raccogliere i dati sensibili di chi compilava il modulo di partecipazione. La spiegazione viene fatta dal sito Thewardrobe.it che evidenzia come concorsi di questo tipo siano illegali in Italia, mancando una qualsivoglia autorizzazione ministeriale, che serve a garantire il rispetto del regolamento e il buon andamento dell'iniziativa. Manca inoltre un riferimento sulla pagina ufficiale di Zara: gli eventi sono creati infatti da account falsi che non sono in nessun modo collegati all'azienda.

 

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5. Salvini insulta Pino Daniele dopo poche ore dalla morte

Le ore successive alla morte di Pino Daniele sono state un susseguirsi di manifestazioni d'affetto e di dolore, in televisione e sul web moltissime persone, vip e non, hanno espresso il loro cordoglio ricordando l'artista napoletano. L’unica voce discordante sembrava essere quella di Matteo Salvini che, tramite il profilo social del suo nuovo partito candidato al Sud (Noi con Salvini Italia), avrebbe tiepidamente fatto i complimenti per le doti artistiche del cantante, senza risparmiare però qualche commento meno felice. Nell'immagine che s'è diffusa, si legge: «Pino Daniele è stato un grande artista, ma ha offeso più volte la Lega Nord, così come Massimo Troisi. Non c'è che dire, ottimi artisti, ma forse di politica ne capivano davvero poco. Condoglianze comunque alla famiglia, artisti così difficilmente ne nascono ancora».

La pagina, come prevedibile, si è rivelata falsa, mentre la pagina ufficiale di Noi con Salvini ha chiarito definitivamente la faccenda: «Comunichiamo la nostra totale estraneità al post pubblicato sulla pagina Noi con Salvini Italia (attualmente non più raggiungibile su Facebook). Questa pagina è un Fake e, come sempre, alcune testate ne hanno approfittato affibbiandone la paternità alla nostra pagina e al nostro Capitano! Approfittiamo per inviare le nostre più sentite condoglianze alla famiglia del grandissimo Pino Daniele». La bufala è stata costruita su alcune dichiarazioni del cantante, che quand'era in vita non aveva nascosto la sua disapprovazione per il movimento politico del Carroccio.

 

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