Nove pulcini adottivi all'oasi delle oche di Alzano. Non succedeva da quasi 40 anni!
CoCò ha deposto dieci uova, ma poi le ha subito abbandonate. Allora ci ha pensato Camilla a covarle. Mino Patelli: «Era tantissimo che non avveniva una nascita naturale delle oche»
di Davide Brevi
La famiglia dell'oasi faunistica della Guidana di Alzano Lombardo si è allargata nuovamente. Mercoledì scorso infatti, hanno visto per la prima volta la luce nove pulcini di oca cignoide. Una storia particolare, intrecciata e a tratti inconsueta. I pulcini nati facevano parte di una covata totale di 15 uova, di cui dieci deposte dall'oca CoCò, capostipite delle cignoidi, e cinque dall'oca per metà padovana Camilla. L'oca cignoide ha abbandonato le proprie uova subito dopo averle deposte, ed è stata l'oca di razza mista a covarle al suo posto per più di un mese.
Ora che sono nati è proprio l'oca ibrida a prendersi cura dei pulcini, coprendoli durante la notte e aiutandoli a mangiare durante il giorno. Le sue uova, invece, si sono rivelate non feconde ed è anche grazie a questo che è stato possibile dedurre la razza dei pulcini. I guardiani del parco affermano di aver visto più volte la madre naturale CoCò avvicinarsi ai pulcini, ma Camilla e le altre oche mezze padovane sono molto protettive in questa fase. Anche agli stessi visitatori dell'oasi è stato raccomandato di evitare di avvicinarsi troppo ai pulcini, e di osservare gli uccelli da una distanza di sicurezza per non incorrere in attacchi a sorpresa.
La nascita di questi pulcini ha avuto molta risonanza nella comunità alzanese in quanto è considerato un evento tanto dolce quanto raro. Come testimoniato da Mino Patelli, guardiano del parco e proprietario degli animali: «Erano quasi quarant'anni che non avveniva una nascita naturale delle oche. Purtroppo in passato è successo spesso che le giovani cove venissero portate via dalla piena del fiume, o che roditori e i piccoli felini non permettessero l'arrivo della schiusa. Siamo sempre intervenuti incubando le uova, ma questa volta incredibilmente non c'è stato bisogno».