Cold case

Nuovi sviluppi sul delitto Bigoni: forse collegati altri due omicidi irrisolti di quell'estate

Un'ipotesi attribuirebbe alla stessa mano l'assassinio di Clusone e quelli di altre due donne, ma per ora è una congettura

Nuovi sviluppi sul delitto Bigoni: forse collegati altri due omicidi irrisolti di quell'estate
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Nuovi sviluppi sul delitto Bigoni, avvenuto a Clusone nel 1993 e il cui fascicolo è stato riaperto dopo trent'anni dalla Procura. Secondo infatti quanto riportato oggi (venerdì 4 agosto) da BergamoNews, la pista dello stalker milanese non sarebbe l'unica seguita dagli inquirenti: di mezzo, ci sarebbero altri due omicidi di donne, avvenuti sempre in quella lontana estate in due paesi della Bergamasca e mai risolti. Dei cold case, esattamente come quello in cui la vittima è la 23enne Laura, assassinata nella sua casa di villeggiatura in montagna.

Le ipotesi delle ultime settimane

Un delitto avvenuto a Clusone e un presunto stalker negli uffici del Comune di Milano: a fare da collegamento la ragazza, uccisa nella località della Val Seriana, che però viveva nel capoluogo lombardo e lavorava come addetta alle pulizie in quel Municipio. Un luogo allora travolto dallo scandalo, dopo le denunce di una ex lavoratrice (la fonte anonima dell'esclusiva di Araberara) e l'interrogazione di una consigliera, che puntava il faro su presunti episodi di molestie e ricatti sessuali.

Gli elementi che legano un personaggio, mentalmente instabile e con al tempo denunce a carico, al delitto sono una bomboletta di lacca e un taxi giallo. La prima fu usata per dare fuoco al materasso su cui si trovava il corpo della ragazza, trafitta a coltellate, ma usata anche dallo squilibrato per minacciare con l'accendino l'altra donna, quella della testimonianza al quindicinale seriano. Per quanto riguarda il veicolo, uno dello stesso colore targato Milano aveva sostato quella notte tra il 31 luglio e il primo agosto, per circa mezz'ora, sotto l'abitazione dell'omicidio: a bordo, secondo le testimonianze, si trovavano due persone. La fonte segreta è ritornata con la memoria al fratello del sospettato meneghino, che faceva il tassista e lo accompagnava al lavoro.

Quell'estate altri omicidi di donne

Ma la di là di questi dettagli, che sono già stati resi noti nelle scorse settimane, cosa c'è di nuovo? Nel quadro ora entrano anche due casi irrisolti avvenuti quella stessa estate. Il primo è quello di Giacomina Carminati, che fu soffocata il 18 settembre con un sacchetto di cellophane in testa nella sua casa di Trescore Balneario, il secondo di Marina Loreto, che il 23 settembre fu picchiata e strangolata nel parco del Famedio a Ponte San Pietro. In entrambi i casi, non fu mai trovato l'assassino, ma questo da solo non spiega come mai sarebbe diventata un'altra pista per gli investigatori, come se la mano ignota che ha tolto loro la vita fosse della stessa persona.

Marina Loreto

Del resto, i delitti furono compiuti con modalità diverse: il primo con un coltello, il secondo con un sacchetto (le gambe erano state legate da una cintura) e l'ultimo a mani nude, dopo un pestaggio. Clusone e Trescore, considerati senza l'altra località, sono già lontani tra loro, rispettivamente in Val Seriana e Val Cavallina. Ma c'è anche Ponte San Pietro, che si trova nell'Isola ed è davvero molto distante dagli altri luoghi.

Il profilo delle vittime è pure diverso: Laura aveva 23 anni, faceva le pulizie e voleva aprire un centro estetico; Giacomina aveva 59 anni e dalla sua abitazione sparì un milione di lire in contanti (rapina finita male?); Marina era un'impiegata di 28 anni, sotto le sue unghie trovarono capelli e pelle del killer (si pensò a un maniaco, mai trovato). Si tratta però, per queste ultime riflessioni, solo di congetture. Forse le ipotesi vanno lasciate a chi indaga e ha un quadro più ampio.

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