«Paghiamo quaranta euro di abbonamento quadrimestrale per un servizio che avrebbe l'obiettivo di evitare e non farci preoccupare dei furti di bici, ma a quanto pare così non è». È questa la contraddizione che lamenta un nostro lettore al quale lo scorso 20 ottobre è stata rubata la bici parcheggiata alla velostazione di piazzale Marconi.
Porta spalancata e numero di emergenza inattivo
Racconta: «Ho depositato la mia bici elettrica nella velostazione di Bergamo e rassicurato dalle telecamere l'ho lasciata la notte per poi andarla a prendere il pomeriggio dopo. Una volta tornato, mi attendeva una bruta sorpresa: la bici era scomparsa e la velostazione era aperta. Dopo aver contattato ovviamente le forze dell'ordine ho provato a comporre il numero di emergenza (risultato inattivo) per chiudere il deposito dato che la porta era spalancata e quindi anche altre bici rischiavano di fare la fine della mia, all'arrivo della polizia mi è stato detto che telecamere erano non funzionanti. Ho fatto denuncia andando a scoprire che quel giorno alla polizia era stato notificato lo spegnimento delle telecamere (che caso fortuito per i ladri)».
Oltre il danno, la beffa
Identificare i responsabili del furto sarà quindi molto difficile, ma non solo: «La beffa? Il deposito non essendo un parcheggio custodito, non si prende la responsabilità dei furti. Il comune si prefiggeva un obbiettivo più green con un aumento dell'utilizzo delle bici, ma, una volta messe le basi, il progetto va continuato e sostenuto». Per il lettore quindi la velostazione è un buon servizio, almeno in potenza. Tuttavia
chiede che venga fatto funzionare meglio. Altrimenti, se
i ladri possono entrare indisturbati come successo già in passato, la struttura rischia di perdere il senso per il quale è nata.