Omicidio di Calcio, fermato un coetaneo parente della vittima. La prima ricostruzione dei fatti
Ci sarebbe una lite alla base dell’omicidio di Erion Morina, il 20enne di origini kosovare da un paio d’anni residente a Calcio il cui cadavere è stato rinvenuto questa mattina, 17 gennaio, all'alba, nel naviglio che attraversa viale Papa Giovanni XXIII a Calcio.
Al momento sono in corso le indagini da parte dei Carabinieri, che non escludono alcuna pista. Ma già in mattinata i militari pare abbiano fermato un coetaneo della vittima, suo parente, sospettato di aver compiuto il delitto. Il giovane sarebbe stato ascoltato al comando di Treviglio.
Come detto, il corpo di Morina è stato trovato questa mattina all’alba in centro a Calcio, incastrato sotto il ponte del naviglio. Ad accorgersi dell’episodio alcuni passanti, che hanno notato una lunga striscia di sangue sul marciapiede. Sul posto, allertati dai residenti, sono arrivati un’autoambulanza e un’automedica, ma per l’uomo non c’era già più nulla da fare. Con loro i Carabinieri, per i rilievi di rito e i Vigili del fuoco per il recupero della salma.
Nel frattempo, il pm Silvia Marchina, giunta anche lei sul posto per i primi rilievi, ha disposto l’autopsia sul corpo del ventenne.
Secondo le prime ricostruzioni, pare che Morina abbia avuto un litigio all’interno di un bar poco distante dal luogo dell’aggressione intorno alle due di notte. La lite sarebbe proseguita in strada e la vittima sarebbe stata gravemente ferita alla testa e alla schiena con un oggetto appuntito, probabilmente il collo di una bottiglia rotta. Quindi, sarebbe stato trascinato per una cinquantina di metri dall’aggressore fino al ponte e gettato in acqua, nella speranza di sbarazzarsi del cadavere.