L'ipotesi del dolo eventuale

Omicidio Bonomelli, uno degli arrestati aveva già drogato altre persone (pure sua zia)

La parente lo aveva riconosciuto e denunciato. Il modus operandi è lo stesso. Il giallo del messaggio a Villa Ortensie

Omicidio Bonomelli, uno degli arrestati aveva già drogato altre persone (pure sua zia)
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Lo aveva già fatto con la zia, che poi, una volta risvegliata, non aveva mancato di denunciarlo. Matteo Gherardi, il 33enne che, insieme al padre Luigi, alla fidanzata Jasmine Gervasoni e all'amico Omar Poretti, è stato arrestato mercoledì 9 novembre per l'omicidio dell'imprenditore Angelo Bonomelli, aveva già rapinato altre persone sciogliendo della droga nelle loro bevande. Alla zia aveva sottratto oggetti preziosi e denaro, senza preoccuparsi del fatto che, una volta ripresa conoscenza, la donna lo avrebbe certamente riconosciuto.

Facile riconoscerli

Il giovane, e così anche gli altre tre soggetti coinvolti nella vicenda, non sembrano essersi posti questo problema neanche quando lunedì pomeriggio (7 novembre) hanno replicato il medesimo modus operandi con il fondatore della struttura termale Villa Ortensie di Sant'Omobono. Solo che l'uomo, con la sua età i suoi problemi, è deceduto per le sostanze sciolte nel suo tè freddo.

Si tratterebbe, nello specifico, di benzodiazepina, una sostanza usata anche come droga dello stupro. Le tracce lasciate dalla banda sono state tante e hanno permesso agli inquirenti di muoversi subito lungo la pista giusta, partendo dal parcheggio di Entratico dove è stato ritrovato il corpo, grazie alle numerose videocamere di sorveglianza che hanno ripreso i fatti nella loro quasi totalità.

Il collegamento con Villa Ortensie

I quattro hanno agito in modo così sprovveduto da fare pensare ci possa essere qualcosa di più sotto questa vicenda. Eppure, l'unico aspetto che rimane ancora un mistero sarebbe un messaggio, partito dal cellulare di Bonomelli, quando l'imprenditore avrebbe dovuto essere già morto e diretto alla segretaria di Villa Ortensie.

Si tratta di un messaggio molto formale, nel quale pare vengano chiesti dei documenti. La triangolazione tra Bonomelli, il giovane Gherardi e Villa Ortensie sembra confermata dal figlio dell'imprenditore. Questi avrebbe detto che il padre aveva contatti con Gherardi, perché si stava affidando a lui per curare i social della struttura termale. Di certo, Bonomelli frequentava i Gherardi e la Gervasoni. La sua auto era stata notata più volte fuori dall’abitazione dove i tre vivevano, in via Tonale a Gaverina.

Omicidio volontario con dolo

Quello che è certo è che i quattro hanno rapinato l'uomo, ripulendolo del suo Rolex, che sarebbe stato rivenduto a un Compro Oro di Bergamo, del denaro e del cellulare, trovato rimasterizzato a casa di uno degli arrestati. E che, se l'imprenditore si fosse svegliato, non avrebbe impiegato molto a riconoscerli e denunciarli, proprio come fece a suo tempo la zia di Gherardi.

Proprio perché in passato la strategia era stata usata per intontire le vittime da derubare, la Procura tende per ora a escludere l’omicidio volontario (che in questo caso potrebbe essere aggravato dalla premeditazione), puntando sull’ipotesi dell’omicidio volontario con dolo eventuale, che esclude la premeditazione. Si considera infatti che, tra i rischi, i quattro avrebbero messo in conto anche quello di uccidere l'uomo.

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