Il provvedimento

Omicidio di Casazza, chiuso il Rosy Bar. Ancora in fuga il secondo aggressore

Di fronte al gip parleranno il 46enne che ha prestato l'auto al marocchino, ora fuggitivo, e il 28enne che gli ha tirato un pugno

Omicidio di Casazza, chiuso il Rosy Bar. Ancora in fuga il secondo aggressore
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Ancora non si trova il marocchino di 32 anni, che nella serata di lunedì 19 agosto ha colpito con una bottiglia alla nuca un 38enne ucraino Mykola Ivasiuk, morto sul colpo, di fronte al Rosy Bar di Casazza, per il quale nelle scorse ore è arrivata una notifica di sospensione dell'attività di trenta giorni. Una nota di ricerca è stata diramata fuori dai confini provinciali, dove probabilmente è diretto il ricercato: senza fissa dimora, è fuggito a bordo di una Ford che si è fatto prestare da un amico, italiano di 46 anni, di Spinone che lo ospitava a casa sua, arrestato per favoreggiamento.

In due di fronte al gip

Il quarantaseienne è comparso questa mattina, 22 agosto, davanti al giudice per le indagini preliminari, Lucia Graziosi nel carcere di via Gleno. Con lui anche un calabrese di ventinove anni, brianzolo, che poco prima aveva colpito l'ucraino con un pugno in faccia. Come riporta L'Eco di Bergamo, ora dovrà spiegare l'accaduto: perché ha colpito il trentottenne, quale fosse il motivo della (presunta) rissa fra i due, o almeno così si evince dalle immagini riprese dalle telecamere. I due, peraltro, si conoscevano bene: è stato proprio lui a chiamare per primo il 112.

È probabile, stando agli inquirenti, che tutti i coinvolti (aggressori, ma anche la vittima) fossero sotto effetto dell'alcol, che ha fatto sì che le cose degenerassero fino al colpo mortale. Anche il quarantaseienne, ora in arresto, parlerà di fronte al gip. Non è escluso che possa passare ai domiciliari, dal momento che non ha preso parte attiva all'omicidio; è stato lui, però, a prestare l'auto al marocchino in fuga, per questo è accusato di favoreggiamento.

L'autopsia, poi il funerale. Chiuso il bar

Domani mattina sarà eseguita l'autopsia sul corpo di Mykola Ivasiuk, che accerterà le cause esatte della morte: se il pugno del calabrese 46enne, la bottigliata del marocchino 32enne o se sia stata causata dalla caduta sul pavimento. I risultati permetteranno di formulare un'accusa più precisa nei confronti dei due soggetti indagati: omicidio volontario oppure preterintenzionale.

I familiari della vittima, la mamma Maria, il fratello Nazar e la fidanzata, dopo l'autopsia partiranno probabilmente alla volta dell'Ucraina per raggiungere la figlia di lui, Sofia di appena sedici anni, e celebrare il funerale in patria.

Intanto, per il Rosy Bar di via Nazionale - di fronte al quale si è consumata la tragedia - la Questura di Bergamo ha disposto la chiusura per una durata di trenta giorni. Il provvedimento è stato emesso dopo una lunga e attenta valutazione dei fatti accaduti di recente, letti anche alla luce della "storia" del locale stesso.

Il bar era infatti già noto agli atti della Divisione Pas che, precedentemente, aveva emesso un provvedimento di chiusura per dieci giorni. I fatti che ne avevano determinato la chiusura all'epoca poco si discostano da quanto accaduto di recente: disordini all'interno del locale e abituale frequenza di pluripregiudicati, tra i quali era anche scoppiata una lite. Uno di loro aveva subito lesioni con trenta giorni di prognosi.

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