Omicidio di Cavernago, attesa per l'interrogatorio a Federico Gaibotti
Il carpentiere 64enne finito sotto un albero. Stabile la 31enne incinta, chiamata dall'omicida, colta da malore davanti all'abitazione
«Aiuto, chiamate i soccorsi, sto morendo». Queste le ultime parole di Umberto Gaibotti, carpentiere 64enne ucciso dal figlio Federico, trentenne con problemi di tossicodipendenza, nel pomeriggio di venerdì 4 agosto scorso a Cavernago.
Il carpentiere ucciso in giardino
Quel giorno, come riporta oggi (lunedì 7 agosto) L'Eco di Bergamo, i due avrebbero avuto un'altra discussione, forse l'ennesima richiesta di soldi per comprare la droga da parte del figlio. L'aggressione è scattata nell'abitazione del genitore, al pianterreno di Villa Lina che si trova in via Verdi 7. L'assassino ha afferrato un coltello in cucina e ha colpito il genitore con sette-otto fendenti (non è ancora chiaro), per lo più al busto, e il tutto è finito in giardino, sul lato sinistro dell'edificio.
Umberto è stramazzato sotto un albero, in un lago di sangue. Una scena terribile, con le urla udite da una vicina, che ha chiamato il 112 facendo arrivare sul posto carabinieri e soccorsi, anche se per il 64enne ormai non c'era più nulla da fare.
L'autore del delitto è stato arrestato poco dopo dai militari dell'Arma di Calcinate e Bergamo, mentre sulla scena del crimine sono arrivati il maggiore Carmelo Beringheli e la pm Laura Cocucci. Il ragazzo, subito dopo l'arresto, in caserma, ha ammesso le proprie responsabilità ed è stato portato nel carcere di via Gleno. Domani (martedì 8 agosto) comparirà davanti al gip per l'interrogatorio di garanzia.
Per il sindaco una tragedia annunciata
Il sindaco Giuseppe Togni l'ha definita «una tragedia annunciata»: lui stesso aveva dovuto firmare diversi permessi per dei Tso a cui sottoporre il giovane, che aveva dato spesso in escandescenze a casa del padre e, nei casi più gravi, si erano dovuti chiamare i carabinieri. Quando sarà nota la data dei funerali, non ancora decisa a causa dell'autopsia (verrà eseguita martedì all'obitorio dell'ospedale Papa Giovanni) e delle indagini in corso, Togni dichiarerà il lutto cittadino.
Una vicenda travagliata
Nel frattempo, emergono i dettagli di una vicenda travagliata: macchine costose e cene lussuose, ma in realtà le foto di Facebook nascondevano altro. I problemi con gli stupefacenti per il giovane erano iniziati anni fa e il padre aveva cercato più volte di aiutarlo a rimettersi in carreggiata: all'inizio lo aveva preso con sé in carpenteria, ma a quanto pare non era durata, così più avanti aveva finanziato, per lui, l'apertura di uno studio di tatuaggi a Martinengo.
Un progetto naufragato poco dopo, sempre a causa della tossicodipendenza del figlio, che per le sue difficoltà non riusciva a star dietro al mestiere. Di recente era andato in una comunità nel Bresciano per disintossicarsi, ma ne era uscito giorni fa, poco prima della tragedia. Da quel momento faceva avanti e indietro da casa della madre a Seriate (i genitori erano separati da tempo), città in cui risulta residente, e quella del padre. Frequenti le richieste di denaro, con litigi e reazioni violente, fino al tragico epilogo di settimana scorsa.
Stabile la 31enne colta da malore
Sullo sfondo rimane la vicenda della 31enne incinta, conoscente di Federico, che il pomeriggio della tragedia è arrivata in via Verdi a bordo della sua Bmw X1 e si è sentita male quando si è ritrovata davanti la scena. La donna, a quanto sembra chiamata lì dallo stesso autore dell'omicidio, ha accusato un malore ed è stata soccorsa nell'immediato dai sanitari del 118. Le sue condizioni rimangono serie ma stazionarie.