Gli sviluppi

Omicidio di Mamadi Tunkara, il video dell'arresto dell'accusato e la sua versione dei fatti

Djiram ha confessato, dicendo però di essere stato prima aggredito. La pm gli contesta la premeditazione e i futili motivi (ovvero la gelosia)

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Via Tiraboschi, poi via Ghislanzoni, Guglielmo d'Alzano, Paglia, Paleocapa, San Bernardino e Moroni. Una fuga a perdifiato, fino alla Svizzera. È lì che un agente elvetico salito su un treno per dei controlli ha chiesto i documenti a Sadate Djiram, 28enne del Togo. Non li aveva ed è stato fermato. È così che è finito in manette, tra venerdì 3 e sabato 4 gennaio, l'uomo accusato di aver ucciso a coltellate Mamadi Tunkara, guardia di sicurezza al Carrefour di Porta Nuova a Bergamo.

Il movente della gelosia

L'omicidio che ha scosso la città nei primi giorni del nuovo anno è stato ricostruito nei suoi dettagli - o almeno quelli finora chiariti dalle autorità - in una conferenza stampa tenutasi nel tardo pomeriggio di sabato in Questura a Bergamo. È lì che lo stesso giorno è stato interrogato Djiram. E dove ha confessato, prima di essere trasferito in una cella del carcere di via Gleno in serata.

Il movente del violento accoltellamento sarebbe la gelosia. Il 28enne era convito che la donna italiana con cui si era lasciato da pochi giorni avesse una relazione con Tunkara, 36enne del Gambia che stava costruendosi una nuova vita tra Verdello (dove viveva con il fratello) e la città. La donna, sentita dagli inquirenti, avrebbe smentito.

La versione dell'accusato

Djiram ha negato di aver premeditato l'assassinio. Assistito dall'avvocato d'ufficio Michaela Viscardi, inizialmente il 28enne si era avvalso della facoltà di non rispondere. Poi, però, ha cambiato idea. Secondo quanto ricostruito dalle autorità, l'uomo nel primo pomeriggio di venerdì era andato a cercare Tunkara al Carrefour. Non avendolo trovato, è uscito e, pochi metri più avanti, ha visto il 36enne in bicicletta che tornava a lavoro dopo la pausa pranzo.

A quel punto la colluttazione e il tragico epilogo. Djiram ha detto agli inquirenti che sarebbe stata la vittima ad aggredirlo e di essersi solo difeso. Una versione che non ha evidentemente convito la pm Silvia Marchina, la quale ha contestato, oltre all'omicidio, anche la premeditazione e i futili motivi. Del resto, non si spiegherebbe il motivo per cui Djiram girasse con un coltello da cucina con una lama da 13 cm se non avesse voluto fare del male al presunto "rivale in amore". L'arma è stata poi ritrovata dalle autorità in un'aiuola in via Paglia.

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La presunta arma del delitto, rinvenuta in via Paglia

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La presunta arma del delitto, rinvenuta in via Paglia

Una fiaccolata per Mamadi

In queste ore è attesa la convalida del fermo da parte del gip (il tentativo di scappare in Svizzera rende concreto il pericolo di fuga dell'indagato), poi si procederà all'interrogatorio di convalida dello stesso.

Intanto, il fratello di Mamadi, Alieu Tunkara, ha reso noto a L'Eco di Bergamo di avere intenzione di organizzare una fiaccolata in ricordo del fratello proprio nelle vie del centro di Bergamo, lì dove il 36enne è stato ucciso. Poi il corpo della vittima verrà riportato in Gambia, dove si terranno i funerali e verrà seppellito. La società di vigilanza privata per la quale Mamadi lavorava (la Top Secret di Ferrara), si occuperà sia delle spese del rimpatrio del corpo che delle spese legali della famiglia nel caso in cui volesse costituirsi parte civile.

Commenti
Francesco Giuseppe

Comunque lo hanno fermato i poliziotti Svizzeri, che se aspettavamo i nostri.....

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