Omicidio di Roberto Guerrisi a Pontirolo, il fermato sostiene di aver sparato per paura
Denunciati per favoreggiamento, dopo la reticenza alle domande dei carabinieri, il nipote di colui che avrebbe sparato e il padre del giovane
Il 58enne Rocco Modaffari, nell'interrogatorio di garanzia avvenuto stamattina (martedì 31 dicembre), ha ammesso di aver sparato a Roberto Guerrisi, ma ha aggiunto di averlo fatto per paura quando la vittima si era recata davanti alla rivendita di auto del cognato per un faccia a faccia. L'omicidio è avvenuto a Pontirolo il pomeriggio di sabato 28 dicembre.
Guerrisi, secondo quanto ricostruito, voleva capire cosa fosse successo alla propria figlia, che aveva denunciato la sera prima il suo fidanzato, nonché nipote dell'arrestato, per averla percossa e fatta finire al Pronto soccorso di Zingonia.
L'interrogatorio e l'esame della pistola
Questo, come riportato da L'Eco di Bergamo, è ciò che emerge dalle poche informazioni del confronto, durato un'ora e mezza, tra Modaffari e il gip Stefano Storto, che adesso si dovrà pronunciare sulla convalida del fermo e della misura cautelare. L'avvocato dell'uomo, Emanuele Occhipinti, ha detto che il suo assistito ha raccontato la sua versione dei fatti e ha chiarito tutto.
Intanto, la pistola che sarebbe stata usata per il delitto, una semiautomatica, sarà inviata ai Ris di Parma per l'analisi e il confronto con i due bossoli ritrovati sul luogo degli spari. La scientifica dovrà anche fornire l'esito dello stub, l'esame che cerca la presenza di polvere da sparo sulle mani o sui vestiti del sospettato. L'arma è stata rinvenuta intorno alle 18 di ieri dal cane Cooper dei carabinieri, che l'ha fiutata in una cabina elettrica in costruzione sul retro del capannone della Db car, avvolta in un panno e con alcuni colpi ancora nel caricatore.
Domande e reticenze
Modaffari, residente a Boltiere come il morto, è stato sottoposto a fermo all'alba di domenica, dopo una nottata in cui i presenti erano stati interrogati. Lui si era avvalso della facoltà di non rispondere, mentre il nipote, fidanzato della figlia di Guerrisi, alla denuncia per l'aggressione alla ragazza ha visto aggiungersi quella per favoreggiamento, dato che per i militari si sarebbe mostrato reticente. Così come suo padre, pure lui deferito per lo stesso motivo all'Autorità giudiziaria.
Pene esemplari . Ma questa gente che ha paura e possiede armi senza porto d' armi pensa di vivere nel far west ? Per caso c' è ancora qualcuno di loro signori che possiede armi ? Fate i bravi , consegnatele e chiedete almeno il perdono . Ma la Giustizia deve essere giusta ma severa .