l'interrogatorio di convalida

Omicidio di via Novelli: il giovane conferma la sua versione dei fatti. Chiesti i domiciliari

Oggi, mercoledì 11 agosto, l'interrogatorio davanti al Gip. In mattinata è stata anche effettuata l'autopsia sulla salma

Omicidio di via Novelli: il giovane conferma la sua versione dei fatti. Chiesti i domiciliari
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Si è sentito minacciato e ha usato il coltello che già aveva addosso per difendersi, temendo di poter essere aggredito. Alessandro Patelli, 19 anni, accusato di aver ucciso Marwen Tayari, morto tra le braccia della compagna Eleonora Turco e sotto gli occhi delle figlie di 12 e 2 anni, ha confermato anche davanti al Gip Maria Beatrice Parati la versione resa domenica scorsa (8 agosto) al pm Paolo Mandurino. Il giovane ha quindi ribadito di non essere salito in casa per prendere l’arma con cui è stato compiuto il delitto.

L’interrogatorio di convalida si è svolto oggi, mercoledì 11 agosto, ed è durato oltre due ore e mezza. Al termine, l’avvocato Enrico Pelillo ha chiesto che al diciannovenne vengano concessi gli arresti domiciliari. Una decisione potrebbe arrivare già nelle prossime ore. L’accusa è di omicidio volontario aggravato da futili motivi.

La versione fornita dal ragazzo, però, diverge da quella fornita dalla compagna di Tayari e non convince del tutto chi si sta occupando delle indagini; secondo l’accusa il ragazzo non si sarebbe difeso, ma al contrario dopo una prima discussione avuta con la vittima sui gradini di casa, sarebbe salito, avrebbe preso il casco del motorino e il coltello e, uscendo dal palazzo, avrebbe puntato la lama contro Tayari. La discussione si sarebbe accesa nuovamente, il giovane sarebbe stato sgambettato e entrambi sono caduti a terra, fino al tragico epilogo: sei coltellate in diversi punti del corpo: giugulare, petto e coscia (potenzialmente letali), le altre sulle spalle.

Sempre questa mattina (mercoledì 11 agosto) il medico legale Matteo Marchesi ha eseguito l’autopsia sulla salma. La difesa del ragazzo ha dato l’incarico all’esperto Giancarlo Borra di prendere parte all’esame. Gli avvocati che assistono la compagna della vittima e la famiglia del tunisino, invece, non hanno nominato consulenti di parte.

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