Nuovo risvolto

Omicidio di Martinengo: Diego Rota chiese al Pronto Soccorso di dimettere la moglie

Il marito avrebbe insistito perché Caryl Menghetti tornasse a casa con lui, prima che lei quella sera lo uccidesse a coltellate

Omicidio di Martinengo: Diego Rota chiese al Pronto Soccorso di dimettere la moglie
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Sarebbe stato lo stesso Diego Rota a insistere giovedì  25 gennaio scorso, al Pronto Soccorso di Treviglio, affinché la moglie Caryl Menghetti venisse dimessa, spiegando che preferiva riportarla a casa con lui.

Il disagio mentale della donna

Il retroscena, riportato oggi (giovedì primo febbraio) da L'Eco di Bergamo, getta nuova luce sulla vicenda che ha sconvolto Martinengo, dove quella sera stessa, intorno alle 23.30, la 45enne ha ucciso a coltellate il 55enne, di professione falegname. Lo ha fatto perché, come aveva sostenuto nel corso del suo ricovero per problemi psichiatrici all'ospedale della Bassa, sospettava che la vittima facesse parte di un gruppo criminale e volesse fare del male alla loro figlia di cinque anni.

Deliri dovuti al disagio mentale di cui aveva cominciato a soffrire dopo il parto, che aveva portato a un tso già tre anni fa, prima che la situazione sembrasse essere tornata normale, con la signora che aveva avuto anche in gestione il chiosco al Parco Suardi di Bergamo.

L'omicidio dopo una crisi

Sembrava, appunto, perché dopo la crisi e le dimissioni con la prescrizione di una cura farmacologica, mentre il consorte era vicino alla porta della cameretta della bambina lo ha aggredito con una lama: i colpi sono stati inferti alla schiena, al collo e all'addome, con diversi tagli sugli arti inferiori e le mani. Indizio, quest'ultimo, di un probabile tentativo di difendersi da parte dell'uomo.

Dopo l'omicidio, Menghetti ha raggiunto in videochiamata la sorella che, vedendo che era sporca di sangue, ha allertato il 112. Nemmeno i suoi genitori, che abitavano nel seminterrato, si sono accorti di ciò che aveva fatto, venendo avvisati in seguito al telefono dall'altra figlia. La donna, per la quale è stato convalidato l’arresto, si trova in cura nel reparto di Psichiatria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Il feretro di Rota è stato portato, la scorsa mattinata, nella Casa funeraria delle onoranze funebri «La Pace» di San Paolo d’Argon, dove la camera ardente è aperta oggi dalle 8.30 alle 20. Domani, venerdì 2 febbraio, sarà trasferito nella chiesa di Brusaporto, dove alle 10 si terrà la cerimonia funebre.

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