Pagare col Bancomat in internet Un progetto che è quasi realtà

I pagamenti online effettuati con carta di credito non ci piacciono proprio per niente. Sono comodi, ma c’è sempre il rischio di venire truffati. A noi italiani piace pagare con la moneta sonante, non c’è niente da fare. O con il bancomat: ecco, del bancomat, ci fidiamo. Lo dicono i dati: delle oltre 90 milioni di carte di pagamento in circolazione, 36,3 milioni sono bancomat, 20 milioni sono carte di credito e 22 milioni e mezzo sono le prepagate. I restanti dodici milioni si dividono tra le carte emesse dalle Poste e quelle che permettono la rateizzazione.
Cresce l’uso del bancomat. Sergio Moggia, direttore generale del Consorzio Bancomat, ha affermato: «Si contano 34-35 pagamenti annui [con carta elettronica] pro capite a fronte di una media europea di 80, che però per alcuni Paesi particolarmente evoluti arriva a 130-140. Eppure la nostra rete di accettazione è imponente, al livello dei principali Paesi europei. Che ci sia una scarsa propensione ai pagamenti elettronici lo dimostra anche il numero di prelievi annui di contante registrato nei nostri sportelli Atm: nel 2014 sono stati 845 milioni». È pur vero che i pagamenti con il bancomat stanno crescendo. Nel primo semestre di quest’anno ne sono stati effettuati 625 milioni, con un aumento del 2 percento sul 2014. Segno che la nostra propensione al pagamento in contanti sta lentamente lasciando spazio ai “versamenti” elettronici – che, peraltro, non ci costringono ad andarcene in giro con i portafogli gonfi.
Pagobancomat, il progetto. Per incoraggiare i pagamenti online, il Consorzio Bancomat, costituito da Banca del Piemonte, Cassa di Risparmio di Asti, Cassa di Risparmio di Ravenna e Banca di Imola, ha deciso di fare partire il progetto pagobancomat, grazie a cui da gennaio 2016 la carta più diffusa tra gli italiani potrà essere usata anche sui siti internet. La procedura di pagamento col bancomat è particolarmente rassicurante per noialtri, perché non richiede la digitazione di alcun dato sensibile (vedi carte di credito), ma indirizza automaticamente al proprio sito di home banking (servizio indispensabile per l’attivazione del progetto). Dare fondo allo stipendio non sarà mai stato così facile.
La fase pilota in estate. La scorsa estate è stata eseguita la fase di verifica per il contactless, un sistema che permette di eseguire transazioni rapidissime semplicemente accostando la carta al Pos (il dispositivo elettronico che ci porgono al supermercato quando non abbiamo abbastanza cartamoneta). Già in questi giorni, però, un gruppo di clienti bancari che hanno partecipato al progetto come emittenti pilota (cioè, delle specie di “cavie”) hanno fatto i primi acquisti via pagobancomat sul web. Tra qualche mese, chiunque potrà imitarli, in qualunque esercente commerciale nazionale che avrà aderito al progetto. Per ora il circuito Pagobancomat è solo italiano, perciò un operatore estero deve avere una convenzione con una banca italiana.
Verso la tecnologia mobile. Il pagobancomat non è ancora stato lanciato, e già il Consorzio sta pensando al futuro. E quando si parla di futuro ci si riferisce alla tecnologia mobile. Moggia spiega: «Sono fasi pilota che stiamo sviluppando. Il mobile in particolare si avvia a diventare la prossima fase di evoluzione dei sistemi di pagamento con moneta elettronica. Certo, considerato che sulla nostra rete di 1.700.000 Pos solo 450mila, diffusi prevalentemente nella grande distribuzione, al momento accettano i pagamenti contactless, i margini di sviluppo sono ancora molto ampi». Insomma, il Consorzio sembra avere grande fiducia nel suo progetto. E fa bene: secondo il report eFinance di Nielsen, il numero degli italiani che fruiscono di servizi informativi e dispositivi via mobile è aumentato dell’80 percento, mentre per l’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano i pagamenti digitali nel 2014 sono cresciuti del 3,5 percento, per un corrispettivo totale di 146 miliardi di euro.