I parenti la mettono all'ospizio Lei straccia 950mila euro di eredità

Voi che avete parenti anziani a carico e che non sapete che pesci pigliare per convincerli a entrare in una casa di riposo, riflettete tre volte prima di metterceli a forza. Una vicenda accaduta in Austria, infatti, insegna che andare contro la volontà di persone di una certa età, ma tutt’altro che rimbambite (perdonateci il termine) potrebbe avere effetti sorprendenti.
Una donna di 85 anni si è ritrovata tra le mura di una casa di riposo, perché i suoi familiari non potevano, o non volevano, badare a lei. Insomma, storia già sentita. Ai giovani manca il tempo e la voglia di accudire gli anziani e agli anziani non resta che ritirarsi in stanze che non sono le loro. È facile immaginarsi l’ambiente a cui si è dovuta adattare la donna: pareti imbiancate, camere troppo pulite e disinfettate, corridoi che a una cert’ora diventano deserti. Si dice spesso che, quando si è vecchi, ogni novità costituisce un problema; la donna austriaca non ha costituito un’eccezione alla regola. La nuova sistemazione, insomma, non le piaceva per niente. Ma proprio per niente. Soprattutto non le piaceva il fatto di essere stata spiaggiata in una casa per anziani, fino alla sua morte. Ha cominciato a storcere il naso. E a meditare sul da farsi.
Probabilmente si sentiva sola e abbandonata. Probabilmente le mancavano la sua casa, le sue abitudini, magari persino i suoi vicini. E il pensiero che, alla sua scomparsa, ogni cosa sarebbe andata a quei parenti che l’avevano rinchiusa nell’istituto di riposo non le andava proprio giù. Altro che testamento. Doveva escogitare una soluzione, per ritrovare la serenità di spirito (o almeno riconciliarsi con un suo intimo senso di giustizia). Le sarebbe stato impossibile diseredare del tutto i suoi familiari, dal momento che esiste una quota di legittima che non si può in alcun modo negare ai parenti più prossimi. Non avrebbe potuto, perciò, devolvere l’intero suo patrimonio ad associazioni benefiche o a organizzazioni simili.
La nonna oltraggiata e ben poco remissiva ha così strappato tutte le banconote e i libretti di risparmio in suo possesso, per un ammontare di 950mila euro. I familiari, naturalmente, nulla sapevano dei piani dell’anziana signora, che magari immaginavano placidamente seduta su una sedia a dondolo, in una delle sale della casa di riposo. Solo dopo la sua morte sono stati ritrovati i documenti e i soldi stracciati: l’eredità se ne era completamente andata.
Le intenzioni della signora, tuttavia, potrebbero essere vanificate dall’intervento della banca centrale austriaca, che ha promesso di tutelare i parenti dell’intraprendente anziana. Ciò che ha compiuto l’ottantacinquenne non costituisce un reato, perché si trattava del suo denaro ed era perciò libera di disporne come meglio credeva. Lo dice pure il procuratore di stato Erich Habitzl, il quale annuncia che non sarà avviata nessuna inchiesta. Il vicepresidente della Oesterreichische Nationalbank (OeNB), però, ha affermato che la banca consegnerà alla famiglia danneggiata i 950mila euro spesi perché «se gli eredi hanno trovato solo banconote stracciate e se la loro origine può essere garantita, non restituire la somma significherebbe punire le persone sbagliate». L’anziana, dalla sua casa di cura, non sarebbe affatto d’accordo.