palestra plays a curno

Parole infelici del boss di CrossFit su George Floyd. E Simone Maffioletti lascia il brand

Il Ceo (poi sostituito) aveva affermato: «Non piango la sua morte». Così Maffioletti ha deciso di cambiare: «Anche se è una scelta sofferta, non posso stare zitto»

Parole infelici del boss di CrossFit su George Floyd. E Simone Maffioletti lascia il brand
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di Monica Sorti

«Ho abbandonato il mondo CrossFit, il razzismo lo lascio fuori». A parlare è Simone Maffioletti di Plays Health Training Club di Curno, che comunica la sua decisione di dissociarsi dal famoso brand di fitness. «All'indomani dell’uccisione di George Floyd da parte di un agente di polizia, frasi come “non piango la sua morte”, oppure battute su Twitter come “Floyd-19”, tutte dette da Greg Glassman, Ceo di CrossFit, mi hanno fatto prendere una decisione chiara sulla mia affiliazione al brand. Poco mi interessa che sia già stato sostituito al timone della società da Dave Castro. Anche se è una scelta sofferta, non posso stare zitto, ormai mi conoscete!».

CrossFit è un brand commerciale per il quale la Plays paga un’affiliazione. «Mi sono trovato la mattina le persone che, nello spogliatoio, parlavano delle sue dichiarazioni. Il nostro orgoglio e onore è di essere all’interno di un meccanismo che ha sempre rappresentato una palestra alternativa, un modo diverso di intendere il concetto di movimento. Un modo inclusivo, che non lascia fuori nessuno. Da noi ci si muove a corpo libero, con piccoli attrezzi, sempre in maniera differente. Questa era un’innovazione e, fino a quel momento, ho sempre sposato il CrossFit. Sono andato anche in America per capirlo fino in fondo. Ma è qualcosa che riguarda il fitness. Per tutto quello che è esterno a questo c’è la politica».

Aggiunge: «La dichiarazione politica o la battuta fuori stile noi non la dobbiamo sponsorizzare. Anzi, dobbiamo dare il nostro contributo per fare che il fitness faccia il fitness e la politica faccia la politica». Subito dopo le dichiarazioni del suo Ceo, CrossFit lo ha rimosso scusandosi per le sue parole e dando comunque un’immagine di un’azienda che non ha perso tempo nel prendere seri provvedimenti. «Ma io non posso legare il mio brand a un qualcosa che sia differente dal benessere. Né adesso né mai. Soprattutto dopo il periodo difficile che abbiamo appena passato».

L’articolo completo e altre notizie su Curno a pagina 38 del PrimaBergamo in edicola fino al 2 luglio, oppure sull'edizione digitale QUI.

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