Sembrava uscita da un film di James Bond, la penna-pistola scoperta ieri mattina, 15 ottobre, all’aeroporto di Orio al Serio. A portarla con sé, nascosta nel trolley, un uomo in giacca e cravatta diretto a Varna, in Bulgaria. Il gadget esplosivo è stato individuato dagli scanner ai controlli di sicurezza, dove gli operatori dell’Italpol hanno immediatamente bloccato il passeggero, poi consegnato alla Polizia di Stato.
L’uomo, descritto come distinto e tranquillo, è stato trattenuto per accertamenti. Al momento non sono noti né lo scopo del viaggio né il motivo per cui trasportasse un’arma così insolita. Gli inquirenti non escludono alcuna ipotesi: potrebbe trattarsi di un sicario di passaggio, anche se appare meno probabile un coinvolgimento nei servizi segreti di un Paese straniero.
La penna-pistola, paragonabile a una calibro 6.35, è stata analizzata sul posto e sarà sottoposta a perizie più approfondite per stabilire se sia stata già utilizzata. Oggetti di questo tipo sono riapparsi più volte nelle cronache italiane, soprattutto in contesti legati alla criminalità organizzata.
Il modello potrebbe risalire agli anni Sessanta, quando l’arma venne ideata da Guglielmo Ponari, armaiolo scomparso nel 2019 e noto per i suoi legami con ambienti mafiosi. Si racconta che Ponari si fosse ispirato proprio ai gadget di 007 per progettare la penna-pistola, concepita per eludere i controlli, allora molto meno rigidi di oggi.
Negli anni, diversi esemplari sono stati rinvenuti in varie zone d’Italia: tra questi, alcuni ad Agrigento, e nel 2011 un’intera fabbrica clandestina di penne-pistole fu smantellata a Cagliari. L’episodio di Orio al Serio riporta così alla ribalta un’arma tanto piccola quanto insidiosa, simbolo di un’epoca in cui il confine tra ingegno e pericolo poteva stare nel palmo di una mano.