Una pensione ai criminali nazisti per indurli a lasciare gli Usa?
Un’inchiesta dell’agenzia Associated Press (AP) ha rivelato che il governo degli Stati Uniti pagava, e continua a pagare, una pensione ai nazisti sfuggiti ai processi istituiti subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale, affinché lasciassero il paese. I criminali di guerra che hanno usufruito di questi benefici da parte della Sicurezza sociale americana sono stati 38, tra cui l’inventore del missile V-2. Lo scopo di un simile trattamento era quello di evitare udienze di estradizione, lunghe, costose e dagli esiti incerti, ed indurre i nazisti ad andarsene il prima possibile. Nel 1997, però, l’amministrazione della Sicurezza sociale espresse la propria cocente indignazione, unendosi alle rimostranze delle autorità austriache che avevano scoperto la faccenda, allorché nel 1987 Martin Bartesch, guardia del campo di concentramento di Mauthausen, atterrò all’aeroporto di Vienna. Due giorni dopo la sua cittadinanza americana veniva revocata: senza passaporto, restava un problema dell’Austria. (Bartesch ha continuano a ricevere il suo stipendietto fino a quando è morto, nel 1989). James Hergen, un consulente legale al Dipartimento di Stato dal 1982 al 2007, ha commentato: "Non è stato corretto, non è stato trasparente, non c’è stata una procedura legittimata - questo non era il modo in cui l’America avrebbe dovuto comportarsi”.
A fronte delle accese rimostranze, la pratica di pensionamento si è arrestata, formalmente, ma la scappatoia non è stata chiusa: in altre parole, sulla carta i pagamenti si sono fermati, nella realtà continuano a essere versati. Quattro dei 30 nazisti fuoriusciti dagli Stati Uniti, infatti, sono ancora in vita e ricevono mensilmente uno stipendio di 1500 dollari. Sono Martin Hartmann, guardia delle SS al campo Sachsenhausen, che nel 2007 si è trasferito a Berlino dall’Arizona, e Jakob Denzinger, che nel 1989 è tornato in Germania dall’Ohio e che ora vive in Croazia, in uno spazioso appartamento sulla riva destra della Drava. Il figlio, negli Stati Uniti, ha confermato che il padre riceve pagamenti dalla Social Security, aggiungendo che se li è meritati. Gli altri due sono Peter Mueller, 90 anni, in una casa di cura a Worms, e Wasyl Lytwyn, 93, probabilmente in Ucraina. La sua unità ha partecipato alla distruzione del ghetto ebreo di Varsavia.
Recentemente sono emersi altri documenti e testimonianze che hanno complicato, e peggiorato, la questione. Il portavoce del Dipartimento di Giustizia Peter Carr Social Security ha dichiarato che i pagamenti non sono mai stati utilizzati per persuadere i nazisti a partire volontariamente. Ma allora, a che servivano/servono?
L’amministrazione della Sicurezza sociale ha rifiutato ad AP il numero totale di sospetti nazisti che hanno ricevuto il beneficio economico e la somma di dollari versati. Il portavoce William ‘BJ’ Jarrett ha detto che l’agenzia non tiene un registro con i dati specifi dei casi nazisti. Un’ulteriore difficoltà è costituita dal fatto che la legge proibisce di rivelare informazioni soltanto perché l’individuo è un criminale di guerra nazista o un supposto tale.
Il Rabbino Marvin Hier, il fondatore del Simon Wiesenthal Center a Los Angeles, ha dichiarato che la scappatoia deve essere chiusa. “Chi riceve una pensione di questo tipo potrebbe vivere con tutti gli agi in Europa o dovunque preferisca. In sostanza, li stiamo ricompensando. Non ha nessun senso”.