Per affittare spazi pubblici a Dalmine ci si dovrà dichiarare «anticomunisti e contro i radicalismi religiosi»
Il documento verrà discusso in Consiglio comunale lunedì 28 settembre ed è stato presentato dalla Lega e dai gruppi “Noi siamo Dalmine” e “Dalmine-Insieme si può”
A partire da martedì 29 settembre, con ogni probabilità, chi avrà la necessità di affittare spazi e sale di proprietà del Comune di Dalmine dovrà dichiararsi anticomunista e contro i radicalismi religiosi. La proposta di delibera verrà discussa nel corso del Consiglio in programma lunedì 28 settembre ed è stata presentata dalla Lega e dai gruppi “Noi siamo Dalmine” e “Dalmine-Insieme si può”. Qualora venisse approvato, il documento andrà a integrare una delibera approvata nel 2017 dall’Amministrazione guidata da Lorella Alessio.
Nello specifico, le forze di maggioranza hanno depositato una mozione che impegna «il sindaco e la giunta ad autorizzare le richieste di occupazione del suolo pubblico, spazi e sale di proprietà del Comune sostituendo la dichiarazione di “rispetto della Costituzione Italiana e dei valori antifascisti e antinazisti” con una dichiarazione di “rispetto della Costituzione Italiana e di condanna di tutti i regimi e le ideologie ispirate al nazismo, al fascismo e al comunismo nonché ai radicalismi religiosi”, rifiutando perciò ogni forma di difesa o apologia degli stessi».
La ragione di questa modifica, spiegano le forze politiche firmatarie della mozione, sta nel fatto che «il Parlamento europeo, il 19 settembre del 2019, ha approvato una risoluzione in cui equipara nazismo, fascismo e comunismo – si legge nella mozione -. I regimi nazisti e comunisti hanno commesso omicidi di massa, genocidi e deportazioni causando, nel XX secolo, perdite umane e di libertà di una portata inaudita».