Quattro regole per non ammalarsi adesso che è arrivato l'autunno
Lei è più sensibile, ma lui è più danneggiato: le malattie respiratorie, quasi in arrivo, colpiscono indistintamente grandi e piccoli, ma lasciano un segno diverso a seconda del genere cui si appartiene. Se si è donna, con maggiori probabilità l’autunno apporterà infezioni respiratorie di tipo irritativo, come l’asma, o tosse cronica associata a rinosinusite e se si è uomini, il rischio è più elevato per broncopenumopatie croniche ostruttive e una maggiore compromissione della funzionalità respiratoria. Il sesso delle malattie respiratorie è la novità emersa da una ricerca tutta italiana che ha differenziato i ‘sintomi di genere’ su 400 pazienti asintomatici ed i cui risultati verranno presentati in occasione del XV Congresso nazionale SIMER- FIP (Società italiana di medicina respiratoria) in programma a Genova il 1-3 ottobre prossimi.
Più vigili ai sintomi e attente alla cura. È questa la chiave di volta che porta la donna a subire con minor intensità gli effetti della malattia, ovvero a sviluppare malattie meno serie rispetto all’uomo. Sono infatti fisiologicamente più sensibili ad avvertire i campanelli di allarme che annunciano che qualche cosa nell’organismo non va come dovrebbe o all’influenza di agenti esterni - come la maggiore esposizione al danno ossidativo e cellulare del fumo di sigaretta – o all’azione ormonale degli estrogeni che, nelle fumatrici, favorisce lo sviluppo della malattia in età più giovanile, aumentando il rischio per la salute anche in caso di minor fumo aspirato. La maggiore percezione agli effetti collaterali biologici, ha però anche un altro vantaggio: spinge la donna a recarsi più precocemente dal medico, a sottoporsi a un numero maggiore di ricoveri laddove necessario. L’uomo, al contrario, resistendo meglio ai disturbi della malattia o forse anche sottovalutandone le conseguenze, arriva dallo specialista quando l’ostruzione delle vie respiratorie è più severa. Confermando con questo atteggiamento la differenza di genere, non solo biologica, delle infezioni delle vie aree.
Sta tornando l’influenza (per 4 milioni di Italiani). Con la brutta stagione il nemico peggiore è l’influenza. Sarà ‘lieve’, annunciano gli esperti, ma non si deve comunque abbassare la guardia: perché durerà all’incirca 14 settimane, mettendo in quarantena per stati febbrili e manifestazioni correlate, quali dolori muscolari e almeno un sintomo respiratorio, 4 milioni di italiani senza distinzione di genere e di età. Il suo arrivo si annuncia per fine ottobre-inizio novembre, i virus che la provocheranno saranno tre – A/H1N1/California, A/H3N2/Texas, B/Massachusetts - e fin dalle prossime settimane, sebbene il picco influenzale sia atteso a novembre, è corretto attivarsi con la giusta prevenzione, sottoponendosi al vaccino la cui composizione resta molto simile a quella utilizzata per combattere le manifestazioni della passata epidemia. Previa valutazione con il medico di famiglia o lo specialista in funzione delle condizioni di salute personali, in linea generale il vaccino è raccomandato dal Ministero della Salute a tutti ma soprattutto alle categorie a rischio a cui è fornito gratuitamente: donne nel secondo e terzo trimestre di gravidanza, soggetti che potrebbero incorrere per patologie concomitanti in particolari complicanze, anziani oltre i 65 anni e operatori sanitari a contatto diretto con pazienti o casi più vulnerabili alla contrazione dell’influenza.
Quattro regole d’oro per la prevenzione. La trasmissione del virus avviene per lo più per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossiche o starnuta, e/o con il contatto con mani contaminate da bacilli respiratori, diviene fondamentale quindi proteggere in primo luogo questi organi veicolo di malattia. Ecco le quattro regole d’oro per una migliore tutela:
- Lavarsi le mani, specie dopo aver espulso secrezioni dal naso o dalla bocca. In mancanza di acqua utilizzare gel alcolici disinfettanti ad hoc;
- Coprirsi il naso e la bocca quando si sente arrivare lo starnuto o il colpo di tosse;
- Utilizzare mascherine, specie se si è ancora in stato influenzale o in convalescenza, quando ci si trova in ambienti pubblici più delicati, come quelli sanitari (ospedali, ambulatori, studi medici);
- Restare riparati, in casa e a letto soprattutto nelle fasi iniziali delle malattie respiratorie e febbrili.
Comportamenti semplici ma utili a prevenire e soprattutto evitare peggioramenti o acutizzazioni della sintomatologia che, seppure in casi rari, possono portare a complicanze anche di difficile controllo.