«Per favore, non interrompete il servizio»: l'appello di Palazzo Frizzoni alle pompe funebri
Le realtà consociate alla Lia hanno annunciato lo stop da lunedì 30 marzo per l'assenza di supporto da parte delle istituzioni. Palazzo Frizzoni cerca di mediare
«Le società di pompe funebri non sono sole»: così il Comune di Bergamo dopo che l'appello, disperato, delle agenzie di onoranze funebri della Lia (Liberi imprenditori associati) di Bergamo s'era trasformato, la mattina di sabato 28 marzo, in una minaccia, ovvero quella dello stop dell'attività a partire da lunedì 30 marzo. Non una forma di protesta, quanto una scelta diventata ormai necessaria dato le condizioni di lavoro assolutamente disperate in cui sono costrette a lavorare queste realtà, con turni massacranti dati i tantissimi decessi e, soprattutto, data la totale assenza di materiale di protezione sanitaria di cui sono state munite nonostante le costanti richieste e nonostante operino in costanti condizioni di pericolo in questa fase emergenziale.
A dimostrare vicinanza alle pompe funebri è l’assessore ai Servizi cimiteriali Giacomo Angeloni: «Il Comune di Bergamo riconosce lo straordinario lavoro che gli operatori stanno svolgendo: in queste settimane di crisi siamo stati un interlocutore prezioso per Lia e siamo intervenuti più volte a loro sostegno, per risolvere problemi anche fuori dalla nostra competenza territoriale. In questi giorni difficili continueremo a essere al loro fianco».
Angeloni si riferisce a diverse soluzioni attivate dal Comune di Bergamo per agevolare la situazione delle società di pompe funebri: «Abbiamo messo a disposizione la chiesa del cimitero e lavorato perché aprissero altre camere mortuarie di emergenza, come la chiesa di Seriate e lo spazio di Ponte San Pietro. Sono state derogate le questioni burocratiche, evitando lungaggini inutili e un ulteriore appesantimento del lavoro. Stiamo lavorando, grazie al supporto economico di Bof con appunto Lia, Ubi Banca e Banca Popolare di Sondrio, per creare un fondo di garanzia per i pagamenti anticipati che devono sostenere le aziende, soprattutto nei casi di cremazione. In situazioni normali non ci sono mai stati problemi, ma con questi volumi di lavoro e di attività si sono verificati seri problemi di liquidità a cui stiamo cercando di dare risposta concreta».
E sul problema dei dispositivi di protezione individuale, l'assessore commenta: «Da lunedì 600 mascherine saranno messe a disposizioni del personale delle pompe funebri. Vorrei approfittare per sollecitare anche noi Ats e Regione Lombardia affinché vengano forniti dispositivi di protezione adeguati e garantiti tamponi agli operatori del settore». Spiegazioni che, però, anticipano un appello rivolto dal Comune alle agenzie di onoranze funebri: «Ci appelliamo perché lunedì non vengano interrotti questi servizi, fondamentali in questo periodo». Vedremo se si riuscirà a trovare un accordo, altrimenti la situazione, già tragica, rischia di diventare disperata qua in Bergamasca.