Perché il 24 ottobre a Bergamo ha fatto così caldo (31 gradi)

Le previsioni del giorno prima lasciavano increduli. «Avranno sbagliato con le temperature, capita talvolta». Infatti i meteorologi avevano sbagliato, ma per difetto: si aspettavano una massima di 27 gradi, mercoledì 24 ottobre, a Bergamo. Invece si è arrivati fino a 31. Nessuno ha fatto come noi, anche se Parma e Piacenza ci si sono avvicinate (30 gradi). Tre elementi hanno favorito il repentino riscaldamento: il sole, la matrice anticiclonica della massa d'aria presente e soprattutto i venti di Favonio che sono scesi dalle Alpi verso le pianure, che hanno trovato qui le condizioni per esprimersi al meglio. Favonio, o anche Foehn, che arriva dal nord Europa e non dall’Africa, come possono pensare alcuni (pochi) meno informati. Più avanti vi spieghiamo come funziona questo curioso vento caldo a asciutto che arriva da dove fa più freddo. Una cosa è certa: il dato evidenzia l’entità dei cambiamenti climatici in atto e le ripercussioni sulla vita di tutti i giorni del riscaldamento globale.




Record assoluto. A inizio di ottobre del 1997 al Nord si raggiunsero queste stesse temperature, mai un caldo del genere si era verificato a fine mese. Almeno a partire dal 1763, quando sono iniziate le rilevazioni, ben 255 anni fa. Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna le regioni interessate, un riscaldamento nell'ordine dei 20° in più e oltre rispetto alle minime della notte che avevano fatto registrare diffusi valori sotto ai 10°.
Caldo anche di notte. Anche la notte è risultata tropicale. Alle 23 c’erano addirittura 26 gradi a Milano, Vigevano, Provaglio d’Iseo; 25 a Parma, Fidenza, Salsomaggiore.
Cosa fa il Favonio. Il Favonio, letteralmente vento favorevole ai germogli, è un vento discendente, e la sua genesi dunque parte dal presupposto che vi siano ostacoli da scavalcare, cioè montagne piuttosto alte. L'aria che investe una catena montuosa è costretta a risalirla, raffreddandosi e condensando in nube. Una volta giunta sulla cima, dopo aver magari lasciato cadere parte del suo carico, si troverà come di fronte ad uno scivolo e si lancerà verso la pianura dell'altro versante. L'effetto sarà quello di riscaldarsi di mezzo grado ogni 100 metri finché non si sarà liberato dell'umidità residua e poi di un grado ogni 100 metri, fino a raggiungere il suolo come vento decisamente mite e secco, anche per l'effetto dell’attrito dovuto alla compressione dell'aria. Se il Foehn è particolarmente forte spazza i cieli per centinaia di chilometri, rendendo il clima molto mite, favorendo d'inverno lo scioglimento precoce delle nevi. A far insorgere il Foehn ci possono esserci varie cause: la principale sta nella differenza di pressione tra i due versanti della montagna: l'aria spira dalla zona di alta a quella di bassa pressione.
Non c’è solo dalle Alpi. Il Favonio non è limitato al rilievo alpino e nel mondo è conosciuto con altri nomi, ad esempio il Mistral sulle coste mediterranee francesi, il Chinook, tipico delle Montagne Rocciose, lo Zonda che dalle Ande scende in Argentina, il Northwester che scende dalle Alpi Neozelandesi verso Christchurch.
Cielo stupendo. Le nubi si addensano sul crinale montuoso – in questo caso le Alpi - da cui proviene il vento, che debordare da questo «muro del foehn». Sopra la testa di chi sta in pianura invece, nel cielo limpido, coreografiche nubi ondulate, spesso, lenticolari dovute alle onde con cui si movimentano al loro interno le correnti d’aria.
Tanta energia in gioco. Adesso c’è grande preoccupazione per il forte maltempo in arrivo nel weekend: proprio questo caldo così eccessivo e fuori stagione, determinerà contrasti termici notevolissimi. C’è troppa energia in gioco: uno scenario potenzialmente “esplosivo” per l’innesco di temporali disastrosi.